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mercoledì 20 luglio 2011

Lettera al Consiglio Provinciale

Parma, 20 luglio 2011

Lettera al Consiglio Provinciale




Arresti eccellenti, “corruzione diffusa”, fatti come la razzia financo dei fondi per i fiori sul Lungoparma. Storie che mai un parmigiano avrebbe pensato di dover leggere e sentire sulla sua città, ridotta a esempio negativo da additare a tutta Italia.
Una mescolanza di situazioni che mi impongono, in questa sede, non tanto di prendere le distanze da qualcuno o qualcosa ma, più semplicemente, di esternare la mia rabbia, il mio disagio di cittadino e amministratore che ha fatto della trasparenza e dell'onestà un vero “modo di vivere”, con buona pace del più noto slogan.
Una rabbia, dicevo, causata dal comportamento di singoli che, anziché operare per il “bene comune”, agivano, sembra, per il bene di pochi, gettando in questo modo un’ombra sinistra sulla correttezza di tanti altri soggetti impegnati nell’attività politica e amministrativa del territorio.

C’è chi ha tratto dalla situazione di Parma analogie con l’altrettanto poco edificante teatrino che ogni giorno offre il peggio di sé su tutto il territorio nazionale e in tutti gli schieramenti politici.

Personalmente, ritengo, invece, che l’irrompere su Parma di una vera, pesante e pressante nuova “questione morale” sia un fattore non di partito o di coalizione ma un elemento individuale, dettato più dagli appetiti dei singoli che da oscure cabine di regia votate al malaffare.

Del resto, cosa di diverso potremmo aspettarci in un momento storico nel quale la cultura dell'io sfocia nell'ostentazione dell'uso delle Istituzioni come “taxi” per l'arrampicata sociale e nel sospetto endemico nei confronti di chi prende una tessera e fa attività politica alla luce del sole?
Se i fatti di Parma stanno producendo qualcosa di buono, ecco, io questo elemento lo vedo nell'accelerazione impressa nella direzione di una nuova presa di coscienza su quanto accade intorno a noi: ogni manetta che scatta, ogni avviso di garanzia che arriva, ci riporta sempre più nel fango, nello stesso clima di discredito che, a partire dal 1992 e dalle monetine tirate contro Craxi al Raphael, è diventato il metro sulla base del quale giudicare a prescindere politici e amministratori. Sta a noi dire che la politica è altro da programmi irrealizzabili e promesse puntualmente disattese. Sta a noi spiegare ai nostri concittadini che partecipare non significa “mangiare” ma “costruire”. Oggi più che mai. A Parma come a Roma, a Milano e in tutto il Paese.
Interloquendo con alcuni cittadini e con un collega dell'Amministrazione provinciale attraverso Facebook, il 12 giugno scorso ebbi a scrivere che “la prima cosa che entra in gioco nel "fare politica" quotidianamente è la nostra responsabilità personale che ci porta ad agire secondo i nostri valori fondamentali. Se commettiamo l'errore di mettere davanti a questo logiche di potere o di partito cade il fondamento principale della nostra presenza sullo scenario politico all'interno della comunità. La politica per me è prima di tutto la passione di cercare di migliorare il mondo che mi circonda.”
Mi sono sorpreso in questi giorni a pensare più e più volte ad un proverbio che dice che “fa più rumore un’albero che cade, che una foresta che cresce”. Già, è così. E la mia rabbia purtroppo monta. Monta perché ogni qualvolta accadono fatti come quelli di Parma viene, immediatamente, dimenticato il meraviglioso lavoro svolto da centinaia di politici con la schiena diritta, da dipendenti pubblici e imprenditori, che ogni giorno si mettono a capo chino e fanno crescere un territorio.
Io sto con questa parte di Parma e non ho interessi particolari che mi impediscono di dirlo anche di fronte al Consiglio. La gioia della condivisione con gli amici di sempre del mio percorso politico, per me vale più di ogni interesse di parte e di partito ed è per questo motivo che, nonostante il clima pesante che si respira, non mi nascondo dietro un silenzio di convenienza e rilancio con convinzione questa idea: colleghi, spetta prima di tutto a noi, personalmente, ancora prima che come uomini di partito, lottare affinché tutto quello che abbiamo in comune possa tradursi in azioni vere ed efficaci, per favorire la crescita dei nostri 47 Municipi, della Provincia e con essi della Regione e dello Stato dei quali siamo a tutti gli effetti azionisti di riferimento.
Parma 20/07/2011

Simone Orlandini
Consigliere Provinciale