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giovedì 22 dicembre 2011

Lettera aperta al Commissario Ciclosi

Lettera aperta al Commissario Ciclosi

“Nelle partecipate non equipari gli onesti ai furbetti”

Il Commissario Ciclosi, in questi giorni prenatalizi, sta regalando forti emozioni ai peones della critica pre-elettorale, chiedendo dimissioni incondizionate a tutti gli amministratori delle società partecipate. Un repulisti sen distinguo di sorta eccezion fatta… per gli amministratori di Tep, gli unici, pare, a non essere ancora stati colpiti dalla richiesta di dimissioni.
Una scelta ben curiosa, dal momento che Tep era forse l'unica società che necessitasse di un energico tabula rasa, alla luce della gara andata deserta per la privatizzazione e delle poco brillanti performance finanziarie emerse nei mesi scorsi.
Dunque, ragioniamo: un azzeramento di tale portata, in un momento così difficile per la città, significa mettere alla gogna tutti quegli amministratori che, se anche hanno operato perseguendo l’interesse collettivo, oggi si vedono buttata addosso un'ombra sinistra sul loro operato.
Intendiamoci, chi ha sbagliato è giusto che paghi e chi le scrive non si è mai nascosto dietro ad una tessera di partito – o ad una convenienza di parte – per criticare l’azione della giustizia giusta. Ma chi si è messo al servizio delle istituzioni – e per giunta con merito – non può nemmeno per un istante essere associato alle condotte disdicevoli d’altri. Men che meno di fronte all’incombenza di un avvelenato clima elettorale. O, forse, sono proprio le elezioni a essere motore e spirito di questo azzeramento indistinto?
Commissario Ciclosi, le posso garantire che dietro al lavoro di tanti onesti cittadini chiamati ad operare per il bene della comunità, non ci sono caste oscure, profitti lauti o rendite di potere. C’è, semplicemente, gente che ha lavorato sodo, con budget ridotti e non poche pressioni per nulla facili da gestire.
Ricordo che tra dipendenti comunali, politici, imprenditori e consulenti, negli ultimi 5 anni sono ruotati intorno all'Amministrazione comunale circa 4mila persone. Se facciamo due conti scopriamo che quelle arrestate o colpite da avviso di garanzia sono circa 20, ovvero lo 0,5% del totale.
A costo di essere impopolare, dico questo per far capire che il sistema Parma non è sinonimo di “marcio” e, nemmeno, è accettabile trattare tutti gli amministratori delle società partecipate come se fossero dei "furbetti".
In virtù di tutto ciò, egregio Commissario, le chiedo di avere la massima attenzione per le persone – per la loro storia professionale e per il loro ruolo attivo di cittadini servitori del Comune –, pur comprendendo che la sua mission è quella del Ragioniere che deve limitarsi a controllare i conti e a riportare la normalità in una situazione incandescente.


Movida, un’ordinanza che non va
Non posso tacere sul fatto, però, che le deleghe di cui lei dispone le consentono di incidere in modo molto pesante sugli usi e costumi della città. Con questo mi riferisco in particolare alla movida di via Farini: con il provvedimento di chiusura anticipata dei locali e con lo spegnimento della musica alle ore 22 si sta distruggendo una realtà economica e sociale, fatta di imprenditori, lavoratori e fruitori del "Servizio Movida", che altro non è che un modo conviviale di vivere la città. Un modo che ha fatto del centro di Parma uno dei migliori e più frequentati del Paese. Dobbiamo riportate la movida a quello che era prima di questo provvedimento, compendiando le necessità dei residenti con quelle degli esercenti. A tal proposito ritengo che si potrebbero studiare percorsi condivisi per l'insonorizzazione (tutt’altro che economica) di alcune parti di palazzi della zona più “calda” della movida.
È utile ricordare che ci sono imprenditori che hanno investito parecchio e che adesso avvertono tutta la precarietà di questa situazione, non potendo, di conseguenza, mantenere i livelli occupazionali pregressi, caratterizzati da una forte presenza di ragazzi giovani, categoria estremamente penalizzata in questo forte periodo di crisi.
Senza cercare il pelo nell’uovo, voglio ricordare, infine, che l’ordinanza di chiusura anticipata è estremamente discriminatoria, lasciando che a 100 metri di distanza un altro locale possa avere orari diversi, tenere la musica sino a tarda notte ecc. ecc. Tutto per il solo fatto di essere fuori dal confine della movida. Per questo Commissario, la invito a ripensare questa ordinanza e a valutare di ripristinare il dispositivo precedentemente adottato dall’Amministrazione.

Simone Orlandini

mercoledì 21 dicembre 2011

comunicato stampa sul consiglio provinciale

«Ancora una volta in Consiglio provinciale ho trovato un Bernazzoli come dottor Jackill e Mr Hyde. Da un lato il candidato alle primarie del Pd predica benissimo

urbi et orbi. Dall’altro, nelle vesti di Presidente della Provincia, svicola e non risponde a quesiti di primaria importanza per il nostro territorio».

 

Così Simone Orlandini, consigliere provinciale del Pdl, commenta l’esito della seduta consiliare di oggi, nel corso della quale ha presentato tre interrogazioni rivolte direttamente al presidente Bernazzoli. «Tre interrogazioni alle quali il presidente-candidato non ha sostanzialmente risposto, delegando i suoi assessori», continua Orlandini.

 

Illuminazione pubblica: il Pdl spaventa la Regione, arrivano i soldi

Orlandini ha chiesto di sapere se siano o meno a rischio ingenti risorse del ministero dell’Ambiente, stanziate per l’innovazione nell’illuminazione pubblica e spettanti a Langhirano, Lesignano de' Bagni, Collecchio, Colorno, Felino, Unione Terre Verdiane, Montechiarugolo, Sala Baganza, Unione Sorbolo-Mezzani, Torrile e Traversetolo

. Questo alla luce di una allarmante lettera della Regione (datata 20 ottobre 2011) che scaricava non poche responsabilità in capo alla Provincia. «A parte il fatto che l’assessore Castellani mi ha risposto in modo estremamente evasivo, magicamente – commenta Orlandini – lo stesso si è nascosto dietro ad una e-mail della Regione, giunta provvidenzialmente oggi alle 14.52, 8 minuti prima dell’inizio del Consiglio. Tanta era la fretta di salvare la faccia che l’atto è stato presentato senza nemmeno un numero di protocollo. E l’atto, ovviamente, dice che la Provincia ha bene operato ecc. ecc. ecc. – continua Orlndini –.

A parte il penoso tentativo di metterci una pezza, noto con favore che la mia presa di posizione dei giorni scorsi ha portato all’impegno della Regione a garantire un finanziamento vitale per i nostri Comuni. Questo e' quello che volevo ottenere, le polemiche sterili le lascio al centrosinistra. 

Capo di gabinetto senza laurea: «Farò un esposto alla Corte dei Conti»

Dopo le dimissioni del capo di Gabinetto del Comune di Bologna, perché sprovvisto di laurea, Orlandini è tornato ad occuparsi della figura di Genni Sandei, titolare di un incarico analogo in Provincia, pure lei sprovvista di diploma di laurea e già protagonista di un clamoroso declassamento contrattuale da categoria D a categoria C. «Bernazzoli ha ribadito la validità della sua risposta dello scorso anno. Benissimo, ne prendo atto. Mancando da più di 12 mesi risposte esaustive sul “caso Sandei”, di questa vicenda se ne occuperà la Corte dei Conti, appena riceverà il mio esposto sulla vicenda».

 

 

Consumo del suolo: «Bernazzoli lo sconfessa o no?»

Si chiamano Aree produttive ecologicamente attrezzate (Apea), la Provincia le sponsorizza e consumeranno migliaia di ettari del nostro territorio.

«Quando Bernazzoli fa il candidato sindaco dice di voler proteggere il suolo da nuove betoniere, quando, invece, fa il presidente della Provincia si ricorda dei costruttori. Interrogato sulla materia, oggi ha demandato una rispostina tecnica al suo fedelissimo assessore Ugo Danni, senza però dire cosa realmente pensa – attacca Orlandini –. Bernazzoli ha forse paura di dire che le Apea saranno ecologicamente mostruose? Ha paura perché il suo competitor alle primarie, Dall’Olio, su questo tema lo uccide elettoralmente?»

 

Orlandini - Consiglio Provinciale del 21 dicembre 2011

Oggetto: Consiglio Provinciale

Consiglio Provinciale di mercoledi 21 dicembre 2011

Interrogazioni verbali

Premessa
Premetto che non sono qui a fare polemiche sterili sulla candidatura del Presidente a sindaco di Parma, al quale va tutta mia stima perchè è riuscito a far bere ai suoi il fatto che tra qualche mese i consiglieri potrebbero essere costretti a giustificare un ritorno alle urne in Provincia solo ed esclusivamente perché il loro, e nostro, Presidente ha deciso di cercare di sistemarsi su una poltrona più sicura di quella che ha adesso per i prossimi cinque anni, la soppressione di questo ente evidentemente causa una grossa crisi d'astinenza da seggiolone, che evidentemente il nostro presidente non riuscirebbe a sopportare. La sudditanza dei suoi consiglieri è ammirevole, per lei sono pronti a tutto, anche a questo, non le nascondo che se un mio superiore, in senso politico, mi chiedesse di tradire il mandato conferitomi dai miei elettori io non esiterei a ribellarmi, il popolo è sovrano e decide, non esiste che qualcuno se ne approfitti alle sue spalle senza pagare dazio. E' chiaro però che il Presidente, visto che la legge glielo permette, è libero di candidarsi ma ha l'obbligo di operare nel pieno interesse dei cittadini dell’ente di cui è Presidente, non può permettersi il lusso di non curarsi della Provincia solo per dare vita alle sue nuove ambizioni personali. I parmigiani infatti lo hanno votato per governare cinque anni. E’ evidente che una persona non può fare sia il Presidente della Provincia che il sindaco di una città come Parma, non curandosi della difficile situazione in cui versano le Provincie, a causa di questa fase di transizione in cui l'ente dovrà demandare le proprie competenze ad altri.
Il tema di fondo è che qui non si parla solo di numeri, si parla anche e sopratutto di persone! Ho raccolto numerose segnalazioni dal personale dipendente in cui mi manifestavano grande preoccupazione per la sua candidatura, perchè già è avviato il processo di soppressione delle Provincie, se poi lei si dovesse dimettere saremmo nel caos più totale in un momento in cui la normativa non è chiara e attualmente non siamo in grado di capire che fine faranno i dipendenti.

Ma capiamo meglio perchè ho fatto questo cappello introduttivo, il problema è sempre quello da due mesi a sta parte, il Presidente non si occupa più a tempo pieno della Provincia, e adesso vi spiego il perchè:



1) Perdita di finanziamento per la “Riduzione inquinamento atmosferico e gas serra attraverso adeguamenti illuminazione pubblica”.

Dopo aver effettuato un accesso agli atti nei giorni scorsi, e dopo aver interrogato il Presidente sul rischio di perdita del finanziamento in oggetto, ieri sono venuto in possesso di una lettera della Regione P.G.2011. 0255232 del 20/10/2011 che lascia pochi dubbi su quello che è successo. A causa delle negligenze della Provincia, 11 comuni perdono complessivamente circa 600 mila euro di contributo, su spese già effettuate alla data del 30 maggio 2010, che contavano di incassare come quota parte a fondo perduto, come prevedeva il bando, delle spese per l'ammodernamento del parco illuminazione.
La perdita si compone dell’importo del ribasso d’asta, che la Regione trattiene per sé, e l’importo che sarebbe erogabile, ma non essendo stati compilati correttamente i moduli, anche questi fondi verranno persi.
Ora sembra che i comuni dovranno velocemente correre ai ripari con variazioni di bilancio per ovviare agli errori della Provincia.
“Presidente, conferma la previsione della lettera della Regione? Se si, è gravissimo quello che sta accadendo, nella lettera che adesso leggo a tutti i colleghi si dice apertamente che gli uffici della Provincia non hanno rendicontato correttamente la scheda riepilogativa determinando la perdita del contributo previsto, Presidente, stando al “Teorema Pagliari” secondo il quale un assessore è sempre responsabile dell’operato dei suoi sottoposti, chiedo le dimissioni all'assessore all’ambiente Giancarlo Castellani”.ù
Chiedo inoltre al Presidente di insistere con la Regione affinché gli importi del ribasso d’asta tornino sul territorio provinciale, ed essendo questo un bando mal prodotto dalla Regione, che si adoperino per risolvere quei problemi che oggi rendono impossibile l’assegnazione dei fondi.


E con questo mi rivolgo ai sindaci presenti in questo consesso e chiedo loro se la perdita di questo contributo mette in difficoltà le loro casse, oppure se questa situazione non pregiudica in alcun modo l’attività dei loro Municipi. Lo chiedo perchè se questa perdita di finanziamento non genera difficoltà nella chiusura del bilancio, ha ragione qualcuno nel dire che c’è ancora molto su cui è possibile tagliare.





2) Capo di Gabinetto del Presidente, Si dimette il capo di gabinetto del sindaco di Bologna dopo che l’opposizione ha sollevato la questione dell’illegittimità dell’inquadramento della sua assunzione

Antonio Amorosi, l'ex assessore mette nel mirino il capo di gabinetto del sindaco, Marco Lombardelli.

"Senza una laurea né un esperienza professionale nel settore, è stato assunto dal Comune di Bologna e inquadrato nella categoria "D" dei contratti pubblici, per la quale la laurea è obbligatoria", sostiene infatti Amorosi in un articolo (dal titolo Bologna, il favoloso mondo di Meroland") pubblicato oggi sul sito affaritaliani.It. Amorosi in proposito cita una direttiva del 15 novembre scorso, firmata dal direttore generale Giacomo Capuzzimati e dal segretario generale Luca Uguccioni, dove si precisa quale sia l'inquadramento di Lombardelli. "Per scelte del genere, però, la legge condanna sindaci e segretari generali per danno erariale", obietta ora l'ex assessore della giunta Cofferati.

"Nella delibera che lo assume - prosegue Amorosi - si specifica che Lombardelli non è dirigente, ma nella direttiva successiva gli si dà una categoria (la "D") che permette di giustificarne lo stipendio da 68.700 euro lordi annui. Forse per Lombardelli - ipotizza quindi Amorosi - più della laurea e delle competenze ha pesato il legame di ferro con l'europarlamentare Salvatore Caronna, ex segretario del Pd di Bologna, che sembra averlo spinto direttamente al vertice della macchina comunale come quota personale nelle spartizioni
Pd della città". Risultato - conclude Amorosi - il Comune di Bologna "spenderà per questa bella opportunità data al fedele funzionario di partito almeno 344.000 euro in 5 anni, come hanno riportato tutti i giornali locali". (Dire)

Lombardelli dice:
"Le notizie di questi giorni più volte riportate dalla stampa locale, inerenti il mio ruolo all'interno dell'Amministrazione comunale, hanno segnato irreparabilmente la serenità per svolgere al meglio un compito così delicato come quello di Responsabile di Gabinetto del Sindaco - scrive Lombardelli -. Ho sufficiente senso di responsabilità per agire evitando che situazioni come questa possano
essere strumentalizzate e finalizzate, oggi e in futuro, a recare danno al Sindaco e alla Giunta, che stanno lavorando intensamente per il bene di Bologna. Per questo motivo ho deciso di rassegnare le dimissioni dall'incarico di Responsabile di Gabinetto".

Alla luce di quello che sta succedendo a Bologna, ovvero a causa dell'inquadramento del capo di gabinetto del sindaco con inquadramento di cat. D3 pur non essendo in possesso di uno dei requisiti richiesti che è la laurea, ricordo che la giurisprudenza dispone: “Risponde di danno erariale il Sindaco di un comune, unitamente al segretario dell’ente che assuma in staff ex art. 90 T.U.E.L. un soggetto privo di diploma di laurea, corrispondendogli un compenso pari alla categoria D3 per il cui accesso dall’esterno è prevista la laurea, in quanto la spesa sostenuta dall’amministrazione risulta al di fuori dei canoni normativi previsti dalla normativa di riferimento: il Regolamento Generale sull’ordinamento degli Uffici e Servizi, in attuazione dell’art.35, comma 7, del D.Lgs. 30 marzo 2001 n°165, dispone che, per la categoria D) sia necessario il diploma di laurea.
Presidente, e’ ancora convinto che la risposta "è stata ricondotta ad un inquadramento contrattuale che meglio risponda alle sue caratteristiche" non prefiguri espressamente un danno erariale?
Io, dopo le dimissioni di Lombardelli a Bologna ne sono sicuro, per questo le dico che è mia intenzione procedere con la denuncia alla Corte dei conti per danno erariale nei prossimi giorni.
Oggi, chiedo le dimissioni dell’assessore al personale Roberto Zannoni e del Segretario Generale per il fatto sopracitato, in qualità di responsabili dei procedimenti.


3) Apea, il Presidente in queste settimane si è espresso in modo contrario al consumo del suolo, voterà le varianti al PTCP per la realizzazione Apea che abbiamo adottato nei mesi scorsi?
L’anno scorso il consiglio Provinciale con Delibera n°70 del 17/06/2010 ha adottato le Apea, che sono delle aree attrezzate in cui sviluppare servizi per le aziende del settore alimentare. Io non votai favorevolmente quella delibera perchè non ritenevo quel tipo di intervento adeguato alle esigenze delle aziende del territorio in un momento cosi difficile per l’economia, e purtroppo temo di aver avuto ragione perché oggi ancor più che un anno fa, non sussistono le condizioni per consentire agli imprenditori investimenti ingenti come quelli richiesti per le apea.
Lei Presidente nelle scorse settimane si è lasciato andare ad una serie di riflessioni molto chiare, stop al consumo del suolo, le apea non consumano suolo? Direi proprio di si! Per cui sulla base delle sue dichiarazioni sono ad interrogarla per sapere come intende comportarsi su questo tema, visto che nei prossimi mesi saremo di nuovo chiamati ad esprimerci, e’ ancora favorevole allo sviluppo di queste aree? Circa 50.000 metri quadrati.


Il Consigliere Provinciale
Simone Orlandini

martedì 20 dicembre 2011

Comunicato Stampa - invito alla cittadinanza

Gentili direttori,

con la presente sono ad invitare le vostre testate a partecipare al Consiglio provinciale di domani, mercoledì 21 dicembre 2011 alle ore 15,00 presso la sede di Piazza della Pace n1. Nonostante qualcuno cerchi derubricare la mia attività a semplice polemica elettorale, sono e resto convinto che il Presidente della Provincia, accettando la candidatura alle primarie, abbia tradito il mandato elettorale che ha ricevuto dai cittadini con le elezioni del 2009. Il risultato tangibile e sotto gli occhi di tutti è che il presidente-candidato sta trascurando l’ente, non risolvendo questioni niente affatto secondarie per lo sviluppo del territorio. Questioni che, in alcuni casi, stanno prefigurando un uso a mio parere opinabile delle risorse pubbliche. Con tanti cari saluti alla sventolata retorica della trasparenza, della correttezza e dell’oculatezza delle spese che da anni imperversa negli interventi del presidente-candidato.

 

Ecco perché nella seduta consiliare di domani presenterò tre importanti interrogazioni sulle quali mi aspetto dal presidente risposte puntuali, precise e non un semplice rinvio ad una futuribile discussione. Sono tempi difficili per i cittadini e le istituzioni al loro servizio, la campagna elettorale del presidente-candidato credo possa attendere.

 

Unitamente a ciò vi chiedo di dare il risalto più ampio possibile dell’appuntamento consiliare già nelle pubblicazioni di domani, affinché i cittadini possano partecipare alla seduta, per prendere personalmente visione della situazione critica nella quale versa l’Ente Provincia.

sabato 17 dicembre 2011

Lettera aperta al Presidente Berlusconi e al Segretario Alfano

All’attenzione di

Presidente, On. Silvio Berlusconi

Segretario Nazionale, On. Angelino Alfano

E, p.c.

On. Gregorio Fontana

On. Francesco Biava

Sen. Filippo Berselli


Oggetto: Richiesta convocazione Congresso Pdl Parma per il 28 gennaio.


Presidente Berlusconi, Segretario Alfano,

la situazione politica nella quale versa il nostro capoluogo ci impone il dovere della franchezza. E con franchezza vi descriviamo lo sgomento provato una volta appreso che tutti i congressi provinciali convocati per il 14 e 15 gennaio p.v. – quindi anche quello di Parma – sono stati rinviati ad una data non meglio precisata, comunque a partire dal 28 gennaio successivo, a causa di problemi di natura tecnica.

Fedeli al canone che ci siamo dati, è nostro dovere evidenziarVi che chi scrive non sta pensando a singolar tenzoni congressuali e, men che meno, è animato da secondi fini.
Semplicemente, l’ascolto dei nostri militanti e dei cittadini che ci chiedono di non abdicare al diritto-dovere di una battaglia elettorale che si annuncia durissima, ci porta a rimarcare quella che è un’evidenza politica a tutti gli effetti: Parma – unica città capoluogo strappata per 14 anni alla sinistra emiliana – si avvicina a grandi falcate all’appuntamento elettorale della prossima primavera senza che il Pdl sia dotato di un organo forte, ampiamente legittimato e autorevole per impostare una vasta azione politica tesa a recuperare il consenso, prima di tutto, del nostro elettorato, confuso e smarrito dopo le vicende che hanno costretto alle dimissioni l’Amministrazione Vignali.

La celebrazione del congresso di Parma l’abbiamo sempre immaginata come un’occasione imperdibile per dimostrare quanto il nostro partito sia un laboratorio democratico avanzato e, soprattutto, un forte aggregato di uomini e donne, amministratori capaci e semplici cittadini, che hanno un’idea vincente di come si debba ricostruire il rapporto tra il Pdl e il territorio che abitiamo. In altre parole, la quint’essenza della grande intuizione posta alla base del Pdl dal presidente Silvio Berlusconi.

Per tutto questo, avvicinandoci a quella che doveva essere la data del nostro congresso provinciale, la parola che più ci rappresentava era “dialogo”.
Dialogo con la base, prima di tutto e tutti. Dialogo con le forze civiche e partitiche del centrodestra che, in qualche modo, si stanno attrezzando per le elezioni amministrative ma che guardano al nuovo corso azzurro con speranza. Con speranza e, non possiamo nasconderlo, anche con preoccupazione per la paralisi della nostra iniziativa, oggi affidata all’iniziativa di singoli e non coordinata – come converrebbe – da una cabina di regia attenta, puntuale e determinata a ricreare le condizioni per smontare, pezzo a pezzo, l’armata Brancaleone che la sinistra faticosamente ha messo in piedi

Crediamo di poter asserire senza timore di smentita, insomma, che il Pdl deve ritrovare la capacità e l’orgoglio di essere cuore e anima del centrodestra, l’abilità di rilanciare una corsa che, ad oggi, ci vede pressoché assenti anche sui media e nei circuiti comunicativi locali.

In nome di tutto quanto sopra esposto, siamo a chiederVi di convocare il congresso provinciale già nella prima data utile del 28 gennaio, ben sapendo che una tale calendarizzazione avrebbe una elevata valenza simbolica, essendo indette per il giorno successivo le primarie che dovranno sancire il nome del candidato ufficiale della sinistra.

Presidente Berlusconi, Segretario Alfano, ancora una volta parliamo con franchezza: il Pdl di Parma vuole ripartire e conta su tutta la Vostra collaborazione.

Sperando di avere illustrato al meglio le ragioni che c’hanno spinto a scriverVi, nonché certi di intercettare i medesimi obiettivi che state costruendo, insieme, giorno dopo giorno, vi auguriamo di cuore buon lavoro.



Parma, lì 17/12/2011


Simone Orlandini
Paolo Paglia
Antonio Pini
Michele Rainieri
Paolo Zoni

giovedì 15 dicembre 2011

Interrogazione su perdita del contributo per l'illuminazione

Comunicato Stampa su interrogazione Orlandini
15/12/2011
www.simoneorlandini.it

Di certo c'è solo un grosso, grosso guaio: stanno perdendo quasi 600 mila euro di contributi statali i Comuni di Langhirano, Lesignano de' Bagni, Collecchio, Colorno, Felino, Unione Terre Verdiane, Montechiarugolo, Sala Baganza, Unione Sorbolo Mezzani, Torrile e Traversetolo.

Si tratta di risorse vitali per i bilanci, legate al contributo relativo all'accordo sulla qualità dell'aria (D.M. 16/10/2006 intervento n. PR07-04) intitolato "riduzione inquinamento atmosferico e gas serra attraverso adeguamento illuminazione pubblica?.
In sostanza i Comuni sopra elencati, che avevano realizzato interventi per aiutare l'ambiente innovando sull'illuminazione pubblica, dovevano portare a casa un contributo complessivamente ammontante a 578.857,50? (pari al 40% del totale, ovvero
1.447.143,75?), sulla scorta di un finanziamento del Ministero dell'Ambiente, recepito dalla Giunta regionale con delibera numero 435 del 31 marzo 2008.
Purtroppo per le casse comunali ? e per i cittadini! ? il contributo è in corso di revoca da parte del Ministero e ci sorge il dubbio che in Provincia qualcosa non abbia funzionato a dovere. Il perché è presto detto: toccava all'Ente guidato dal presidente-candidato sindaco Vincenzo Bernazzoli produrre la rendicontazione delle spese sostenute dai Comuni, attraverso una apposita scheda riepilogativa e di sintesi. Come mai soldi certi, all'improvviso, stanno sparendo nel nulla? Peccato, e lo dico rivolto al centrosinistra, che non ci sia più il solito governo Berlusconi cui addossare tutte le nefandezze possibili.
Il risultato pratico è che su questi soldi i Comuni in questione contavano con la stessa speranza di chi è in cerca d'ossigeno.
È bene ricordare, infatti, che sono in arrivo nuvoloni nefasti per i bilanci di questi Enti: i sindaci hanno già speso per ammodernare l'illuminazione pubblica e, se dovessero sobbarcarsi la quota che doveva essere coperta dal contributo ministeriale, prevedo notevoli difficoltà nel far quadrare i bilanci.
Per tale ragione ho presentato una interrogazione al presidente-candidato sindaco Bernazzoli, sempre più preso nella parte di difensore degli interessi dei cittadini di Parma e, ahinoi, sempre meno attento ai bisogni dei cittadini del parmense che lo hanno eletto.
Ricordo, ancora una volta, che gli elettori hanno votato Bernazzoli per vederlo governare 5 anni, non per dargli una sistemazione temporanea in Provincia, ridotta a comodo taxi per riorganizzarsi il futuro in tutta tranquillità.
Senza voler insistere troppo sulle inefficienze croniche di questa Giunta provinciale di centrosinistra ? schieramento prodigo di complimenti per il governo Monti, per ora capace solo di applicare accise sulla benzina e tasse sulla prima casa, beni che usiamo tutti quanti ?, chiedo una risposta velocissima sulla valanga di soldi che il parmense rischia di perdere. Il Presidente parla quotidianamente di "Disastro Parma", questa perdita di denaro, se confermata, secondo lui cosa è?

Simone Orlandini
Consigliere Provinciale
Gruppo PDL

Parma, 15/12/2011

Alla c.a. del Presidente della Provincia
Dott. Vincenzo Bernazzoli

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA ED IN AULA

Oggetto: Perdita del contributo di 578.857€ erogato dalla Regione

Il sottoscritto Consigliere Provinciale Simone Orlandini
Premesso
Che in riferimento all'accordo qualita' dell'aria -D.M. 16/10/2006 intervento n. PR07-04 "riduzione inquinamento atmosferico e gas serra attraverso adeguamento illuminazione pubblica”, la giunta regionale, in base ad un finanziamento del Ministero dell'Ambiente ha approvato con deliberazione di giunta n.435 del 31 marzo 2008 su un costo totale di 1.447.143,75€ un contributo di 578.857,50€ pari al 40% del totale, da erogare ai comuni aggiudicatari degli interventi.
Che i comuni interessati da tale intervento sono: Langhirano, Lesignano de' Bagni, Collecchio, Colorno, Felino, Unione Terre Verdiane, Montechiarugolo, Salabaganza, Unione Sorbolo Mezzani, Torrile e Traversetolo.
considerato
Che compete alla Provincia il coordinamento dei singoli enti al fine di produrre la rendicontazione tramite apposita scheda riepilogativa di sintesi di tutte le spese sostenute.
Che mi giungono notizie secondo cui il contributo sta per essere revocato.
Interrogo il Presidente Bernazzoli
Per sapere se è vero che il Ministero dell'Ambiente sta procedendo alla revoca del finanziamento in oggetto e per quale motivo.
Chiedo la pubblicazione dell’atto sul sito web ufficiale della Provincia
Il Consigliere Provinciale
Simone Orlandini

mercoledì 14 dicembre 2011

Comunicato Stampa 16/12/2011

Comunicato Stampa
16/12/2011

Dopo ripetute segnalazioni di anomalie nella fase finale del bando per il contributo sul bando per l'illuminazione, ho effettuato una richiesta di accesso agli atti per capire bene a cosa si riferiscono le polemiche su questo bando a cui hanno aderito molti comuni della Provincia, e in cui la Provincia era incaricata di redigere la rendicontazione su cui poi verrà erogato il finanziamento.
Intendo approfondire l'argomento ed eventualmente interrogare la giunta.
Tutti i documenti relativi alla rendicontazione in
Riferimento al progetto n. PR07-04 inserito nel progetto "Programma di interventi per il miglioramento della qualità Dell aria approvato con deliberazione di giunta regionale n. 435 del 31 marzo.

Simone Orlandini

domenica 11 dicembre 2011

Comunicato Stampa del 12-12-2011



Comunicato Stampa
Parma, lunedì 12 dicembre 2011
www.simoneorlandini.it

Ben 7 dirigenti in scadenza di contratto (costati milionate d’euro) e un presidente della Provincia troppo impegnato nella corsa a sindaco per rispondere ai dubbi, legittimi, del Pdl.

Da indispensabili a scaricabili
Era il 25 ottobre 2011 quanto durante il Consiglio Provinciale interrogavo il Presidente Bernazzoli per sapere che fine avrebbero fatto i 7 dirigenti in questione. Il Presidente asserì che avrebbe provveduto a rispondermi in forma scritta, ma ad oggi tutto tace. Clamoroso.
Al presidente-candidato non posso, così, che rivolgere nuovamente il mio quesito: non me ne voglia per l’insistenza, ma chiedo solo di sapere cosa ne sarà dei sette dirigenti che il 14 giugno 2010 il presidente definiva (lettera protocollo n° 4500) “come indispensabili per garantire il buon funzionamento dell’ente stesso”.
Bene, ieri “indispensabili” – tanto da costringere l’ente ad esborsare quasi un milione di euro all’anno – oggi sulla punta del badile?
Delle due l’una: o non era vero che erano… “indispensabili” o qualcuno ha fatto male i conti.
In compenso, i conti li fanno benissimo i cittadini, ai quali abbiamo spiegato – e continueremo a farlo! – che con due milioni di euro spesi in due anni, davvero non c’è traccia di tutto quel virtuosismo tanto pubblicizzato dal Presidente in occasione delle Primarie del Pd.

Il presidente tace. Il Candidato parla fin troppo
Già perche il nostro Presidente Bernazzoli che non dà spiegazioni su questa “curiosa” operazione, trova invece il tempo di candidarsi alle primarie del suo partito, primo passo per ottenere la nomination per la corsa allo scranno da sindaco di Parma.
Capisco che l’abolizione delle Province provochi in lui l’ansia da assenza di poltrona, però dovrebbe perlomeno avere il buon gusto di evitare di dire che è costretto a candidarsi perché è la città che glielo chiede. Se una cosa i parmigiani chiedono a Bernazzoli, quella è che resti al suo posto in Provincia: nel 2009 la gente l’ha votato per vederlo lavorare 5 anni, non per dargli un taxi per la scalata al potere.


La buona politica di Bernazzoli? Ma per piacere…
Volendo guardare oltre, le recenti esternazioni di Bernazzoli lasciano il tempo che trovano: scusi presidente-candidato, proprio lei parla di “buona politica”?
E’ verissimo che le partecipate del Comune sono fortemente esposte ma è anche vero che il commissario è arrivato perché il Sindaco si è dimesso e non perché il ministero ha commissariato il Comune per insolvenza.

Non portiamo a Parma il “modello” Pisapia
Poi, se il modello a cui ispirarsi è quello di Pisapia a Milano, allora sarà necessario far vedere ai cittadini parmigiani alcuni dei nuovi provvedimenti della Giunta Pisapia, come ad esempio far pagare una penale di 1,2 milioni di euro per non realizzare il parcheggio di piazza Lavater, pagare un Direttore Generale 210.000 euro l’anno e un capo di Gabinetto 140.000 euro – qua ci rendiamo conto cosa sono i 90.000 € annui che l’ente sborsa per la capo di gabinetto del Presidente Bernazzoli –, aumentare del 23% le dotazioni degli Assessore per i propri portaborse, assumere 43 collaboratori esterni (molti dei quali attivi nella campagna elettorale) spendendo un totale di 2,2 milioni di euro all’anno. In questo, sì, Bernazzoli è stato più bravo, ha speso quasi un milione all’anno per soli 7 dipendenti.
E magari, chissà, Pisapia potrà imparare da Bernazzoli la storia dell’appalto Car server da due milioni di euro su cui sta indagando la Guardia di Finanza, passando chiaramente per l’assunzione del suo capo di gabinetto con una categoria di inquadramento che successivamente è stata declassata seppur mantenendogli lo stesso stipendio.


Ps: Su questo punto ho interrogato il presidente (nuovamente) il 15 di novembre, ma chiaramente Bernazzoli non ha ancora risposto.

Simone Orlandini

Sollecito la risposta sul rinnovo dei contratti in scadenza

Parma, 11/12/2011

Alla c.a. del Presidente della Provincia
Dott. Vincenzo Bernazzoli

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA ED IN AULA
Oggetto: Sollecito a risposta interrogazione su scadenza contratti
Il sottoscritto Consigliere Provinciale Simone Orlandini
Premesso
Che durante il Consiglio Provinciale del 25 ottobre interrogai in merito alla“Notizia relativa al possibile mancato rinnovo del contratto a n. 7 Dirigenti della Provincia di Parma a tempo determinato”.
Considerato
Che è trascorso oltre un mese e mezzo e non ho ancora ricevuto risposta in merito all’interrogazione sopra citata
Interrogo il Presidente Bernazzoli
Per sapere:
1) se ritiene la gestione dei contratti dei dipendenti della Provincia una parte fondamentale dell’operato di un amministratore pubblico.
2) Se intende rispondermi prima o durante il prossimo Consiglio Provinciale alla mia interrogazione del 25 ottobre.

Chiedo la pubblicazione dell’atto sul sito web ufficiale della Provincia
Il Consigliere Provinciale
Simone Orlandini

Interrogazione su mancata privatizzazione di TEP

Parma, 11/12/2011

Alla c.a. del Presidente della Provincia
Dott. Vincenzo Bernazzoli


INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA ED IN AULA

Oggetto: Mancata Privatizzazione di Tep

Il sottoscritto Consigliere Provinciale Simone Orlandini

Premesso
Che già in data 11 novembre 2011 interrogai per avere notizie sullo stato della privatizzazione di Tep spa.
Che ancora ad oggi non mi è stato risposto nemmeno dopo la notizia della mancata adesione al piano di privatizzazione da parte di soggetti privati.
Interrogo il Presidente Bernazzoli
Per sapere se durante il prossimo Consiglio Provinciale intende relazionarci sui motivi della mancata privatizzazione di Tep spa e su quali saranno le manovre da adottare per ovviare a questa grave situazione.

Chiedo la pubblicazione dell’atto sul sito web ufficiale della Provincia
Il Consigliere Provinciale
Simone Orlandini

sabato 10 dicembre 2011

Orlandini:“difendo il made in Italy“

Nel periodo natalizio i nostri prodotti tipici locali oltre che ad essere i regali più ambiti sono anche i più imitati; su questo tema Coldiretti ha sollecitato tutti i politici italiani ad intervenire a sostegno del made in Italy, a patto però che sia il vero Made in Italy. Ed io, che vengo da questo mondo, da ex produttore di Parmigiano Reggiano, non posso che cogliere in pieno questo invito; infatti sto lavorando ad un ordine del giorno per il Consiglio Provinciale che depositerò nelle prossime ore, in materia di difesa del made in Italy agroalimentare, settore di cui, sia per qualita' che per quantita' di prodotti, Parma è la capitale riconosciuta in tutto il mondo. Nel testo dell'odg porrò l'accento sull'esigenza di contrastare ogni forma di concorrenza sleale, dalla contraffazione al cosiddetto "italian sounding", che suggestiona i consumatori stranieri evocando artatamente l'origine italiana di prodotti alimentari che, in realtà, vengono realizzati all'estero e che perciò procura un duplice danno ai nostri produttori, sottraendo al mercato nazionale oltre 60 miliardi di euro l'anno e danneggiando l'immagine complessiva della produzione agroalimentare nazionale.
Con questo odg chiederò l'impegno del presidente della Provincia, dell'assessore alle Politiche agricole e l'intera giunta provinciale a sensibilizzare la Regione e il Governo centrale, e, in particolare, i ministeri dello Sviluppo Economico e Commercio Internazionale e delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, perchè vogliano ispirare la loro azione alla difesa senza eccezioni dell'autentico Made in Italy, soprattutto nel settore primario agricolo ed agroalimentare, con iniziative tese alla valorizzazione della produzione nazionale ed evitando di impegnare risorse pubbliche per la commercializzazione sui mercati internazionali di prodotti esteri di mera imitazione italiana, di deprecabile 'italian sounding'.

Prosciutto di Parma
Su questa linea si innesta poi la proposta che ho portato in commissione 5 - attività produttive - , in qualità di Vice Presidente, che discuteremo nelle prossime settimane e con la quale analizzeremo una serie di misure per favorire la riapertura degli allevamenti di suini presso i caseifici presenti sul nostro territorio; misure che vanno dalla semplificazione delle procedure autorizzative alla modifica di parametri tecnici riferite alle strutture e che mirano da un lato a rendere meno pesante la burocrazia e dall'altro a garantire un controllo più puntuale della qualità. Il prosciutto di Parma è diventato l'eccezionale prodotto che oggi tutti conosciamo proprio perchè i suini utilizzati per la produzione del prosciutto erano quelli provenienti dagli stessi allevamenti presenti nei caseifici di piccole dimensioni con grandissima qualità prodotta. Ritengo fondamentale e mi batterò perchè venga dato un sostegno che renda possibile l'allevamento anche in questo difficile momento per il mercato, perché, così facendo, oltre a produrre qualità si favorisce lo sviluppo occupazionale nel settore primario. E non c'è altra strada, per preservare la straordinaria qualità del Prosciutto di Parma, al di fuori di quella di valorizzare il lavoro dei piccoli allevatori che sono i detentori di quella tradizione e di quella esperienza che hanno fatto di Parma il territorio più famoso al mondo per la qualità dei prodotti.
Simone Orlandini
Consigliere Provinciale
Vice Presidente Commissione attivita' produttive

giovedì 8 dicembre 2011

Comunicato stampa su mancata privatizzazione di Tep

Comunicato stampa
Non sono state formalizzate le manifestazioni di interesse per l'acquisto del 40% della Tep, questo e' un fatto gravissimo, con grave danno per l'immagine dell'azienda e sopratutto con il rischio per i cittadini di vedere un servizio peggiorare drasticamente nei prossimi mesi. Ho interroggato più volte nei mesi scorsi sia il Presidente Bernazzoli che l'assessore Fellini, ricevedo sempre risposte parziali e mai esaustive, veniva sempre rimandato tutto al lavoro dei tecnici. Alla luce di quanto successo e' evidente che i fatti di Parma e la distrazione che il Presidente Bernazzoli sta avendo per smania di sedere sulla poltrona più importante del palazzo municipale abbia determinato l'esito negativo della gara. Adesso serve chiarezza, adesso serve un impegno importante per risolvere questa questione fondamentale per il nostro territorio. Non voglio pensar male, ma il rischio che adesso arrivino gli avvoltoi per prendersela ad un prezzo scontato ce' tutto. Interroghero nuovamente Bernazzoli e gli chiedero di relazionare sul tema al consiglio del 21. A questo punto e' evidente che Bernazzoli deve fare una scelta, vuole fare il Presidente a tempo pieno dedicandosi al difficile momento che sta vivendo tutto il paese, o vuole mettere in difficolta' l'ente per le sue ambizioni Personali?
Simone Orlandini

lunedì 5 dicembre 2011

Manovra Monti, e adesso?

 
La manovra è sicuramente dolorosa, il cuore di Monti gronda sangue, e a parte la cgil nessuno minaccia di scatenare la piazza,  questo è positivo. Attendendo il passaggio in Parlamento, e le modifiche che verosimilmente verranno apportate per giudicarla nel dettaglio, rifletto sul fatto che si tratta di una manovra di sole tasse, per le misure sullo sviluppo a quanto pare c'è tempo....... Questo non va bene, come ricordava l'editoriale del direttore del Sole 24 Ore "Fate Presto!". Si parla di tagli alla politica, ridurre la giunta e i consigli Provinciali? No grazie, o eliminiamo questa istituzione oppure non possiamo lasciare, stando alla modifica proposta che tre o quattro persone dispongano di centinaia di milioni di euro così, con un controllo estremamente blando e poco efficace, mi sembra una misura per dare quel contentino alla gente che acclama i tagli e che però nel dettaglio favorisce l'esatto contrario. Delle società partecipate dello Stato e degli enti locali non si parla?  Continuamo quindi a veder girare maxi consulenze che, alcune delle quali, non servono praticamente a nulla? Devono essere collocati 193 miliardi di euro di titoli di stato nei prossimi mesi, e mi rendo conto che senza un Governo insediato rischieremmo di collocarne solo una minima parte, vedi cosa è successo alla Germania e quindi mi bevo il Governo Monti come se lo beve il mio partito, l'interesse Nazionale è, e deve essere la prima cosa. L'importante è che l'interesse nazionale non si trasformi nell'interesse di una casta che come per magia si trova nella stanza dei bottoni e può disporre indistintamente di tutto. La frase poi con cui Monti dice che il problema dell'Euro è l'Italia non mi è proprio piaciuta, sono favorevole tutt'oggi alla permanenza dell'Italia nalla zona euro, però critico ancora oggi le condizioni con cui siamo entrati, ci veniva detto "Dobbiamo entrare nell'Euro altrimenti il paese salta", Bene, mi va bene che siamo entrati. Oggi siamo nell'euro e ci viene detto "dovete reinventarvi l'Italia altrimenti il paese salta e si trascina tutto il vecchio continente". I casi sono due, o qualcuno ci ha preso in giro quando siamo entrati nell'euro nel senso che non vi era tutta quell'urgenza e quella fretta per partire con la moneta nuova anche se i paesi non erano pronti,  e siamo entrati con condizioni da strozzino e mi riferisco al cambio, oppure oggi qualcuno, Francia e Germania in particolarmodo ci vogliono mettere i piedi in testa, e questo mi sembra più probabile, e ci ripropongono la stessa frase "pagate o altrimenti saltate".
Ricordo che analizzando il debito aggregato Stato-Famiglie, non siamo il fanalino di coda dell'Europa....
 
Ma capiamo meglio cosè il debito aggregato con questo articolo di Marco Fortis, docente alla Cattolica di Milano, l'articolo è di un'anno fa circa.
lL fatto che, nelle discussioni pò
litiche e tecniche sul nuovo Patto di stabilità, abbia fatto breceia l'idea italiana di tener conto anche dell'indebitamento privato nel- ITALIA
la valutazione della situazione finanz i a r ia complessiva dei Paesi
membri è positivo per due ragioni. 
La prima ragione è che questa crisi globale non è nata dai debiti pub- 
blici (a parte il caso Grecia) ma dai  debiti privati che si sono rivelati letali per i bilanci di famiglie, impre-
se e banche, con queste ultime che
ora devono essere salvate a colpi di
debito pubblico (in Irlanda, il deh-
cit/Pil  annuo potrebbe lievitare oltre il 30%). D'ora in poi è bene vigilare anche sui debiti privati e non
solo su quelli pubblici.
La seconda ragione è che l'Italia
possiede uno storico debito pubblico elevato, essa ha invece un debito privato molto basso. Ciò non significa che l'Italia possa prendere sotto gamba il suo imponente debito statale, che va drasticamente ridotto con tagli severi alla spesa pubblica improduttiva. Ma
ciò che distingue nettamente l'Italia da Portogallo, Irlanda, Grecia
e Spagna (i Pigs) è la nostra migliore contabilità finanziaria aggregata, che si fonda su uno straordinario patrimonio finanziario netto delle famiglie che nessuno dei Pigs possiede: le famiglie di quei
Paesi sono molto indebitate e si è ridotto il valore dei loro asset finanziari dopo lo scoppio della «bolla». Averlo fatto capire a Bruxelles e ai mercati internazionali (che ora guardano all'Italia in modo differente) è un indiscutibile merito di Giulio Tremonti.
A qualcuno, anche in Italia, l'idea del debito aggregato sembra
ancora oggi un abile artifizio inventato dal governo italiano per far
apparire la situazione del nostro Paese migliore di quella reale. AlI RISPARMIO FAMIGLIE
I DEBITO AZIENDE NON FINANZIARIE
FONTE CITIGROUP GLOBAL  M A R K ER
l'estero sembrano essere i tedeschi i più convinti di ciò, come si
evince anche da un articolo della Frankfurter Allgemeine Zeitung
(Faz) del 22 ottobre scorso intitolato «Interpretazioni italiane del Patto di stabilità». Ma la Faz farebbe bene a riflettere sul debito pubblico tedesco. Secondo i dati della Direzione affari economici e monetari della Commissione europea, nel 2008-09 ha raggiunto in valore assoluto quello italiano e nel 2011 potrebbe essere di un centinaio di miliardi superiore a quello italiano. Ciò che rende il debito
pubblico tedesco ufficialmente più sopportabile è il suo rapporto
sul Pil, pari nel 2009 al 73,4% (116% in Italia). Ma i fatti ci stanno
dicendo che non c'è indicatore più stupido del rapporto debito pubblico/Pil per capire se un Paese ha una situazione finanziaria sostenibile. Prova ne è che nel 2009 il rapporto debito pubblico/Pil
dell'Irlanda era 9 punti migliore di quello tedesco, mentre quello
spagnolo era migliore di 20 punti e
quello portoghese solo di 3 punti
peggiore di quello di Berlino. Eppure i mercati stanno punendo Irlanda, Spagna e Portogallo!
La realtà è che i mercati già da
tempo hanno capito che i debiti sovrani più pericolosi sono quelli dei
Paesi che hanno i più alti debiti aggregati. La Banca di Francia pubblica da un  anno un rapporto trimestrale sul debito aggregato dei
principali Paesi. E il McKinsey Global Institute ha pubblicato nel gennaio 2010 uno studio sul debito aggregato a cui The Economist ha dedicato la copertina del 24 agosto.
Ma come è possibile mettere assieme debiti privati e debiti pubblici, come pretende di fare Tremonti?
La risposta gliela fornisce un importante studio di Citigroup Global Markets del 14 ottobre scorso,
in cui viene presentata per la prima
vota una raffinata metodologia per
conteggiare i debiti aggregati finanziari netti di famiglie, imprese e governi (come somma di tutte le rispettive attività e passività, escludendo le azioni). Il debito italiano
in percentuale del Pil è molto simile a quello tedesco e francese e di
gran lunga inferiore a quelli di Portogallo, Grecia, Spagna e Irlanda
(con i conti finanziari dì quest'ultima che peggioreranno ulteriormente nel 2011).
Con questo non ho intenzione di mettermi a fare l'economista, però credo nel Mio Paese, credo che l'Italia sia una Nazione importante che non deve ricevere lezioni da nessuno,  SOPPRATTUTTO MORALI,  dovrà semmai confrontarsi ALLA PARI CON GLI ALTRI, se qualcuno non è riuscito a conquistarci qualche decina di anni fa, non pensi certo di farlo ora con "Armi finanziarie". Vorrei essere certo che il Presidente Monti non si "Prodizzi" e mi riferisco all'ingresso all'euro, e si dimentichi di essere italiano

martedì 22 novembre 2011

Comunicato Stampa 22-11-2011

Comunicato Stampa

Parma, 22 novembre 2011

Oggi ho provveduto a sollecitare l'Amministrazione Provinciale a rispondere alle seguenti interrogazioni arretrate:

INTERROGAZIONE SCRITTA N. 226 DEL 20/10/2011 PRESENTATA DAL CONSIGLIERE PROVINCIALE SIMONE ORLANDINI, AVENTE AD OGGETTO MODELLO ORGANIZZATIVO LEGGE 231/2011 SU FIERE DI PARMA SPA
INTERROGAZIONE VERBALE N. 235 DEL 25/10/2011, FORMULATA DURANTE LA SEDUTA DI CONSIGLIO PROVINCIALE DEL 25/10/2011 DAL CONSIGLIERE PROVINCIALE SIMONE ORLANDINI, AVENTE AD OGGETTO: "NOTIZIA RELATIVA AL POSSIBILE MANCATO RINNOVO DEL CONTRATTO A N. 7 DIRIGENTI DELLA PROVINCIA DI PARMA A TEMPO DETERMINATO".
INTERROGAZIONE VERBALE N. 234 DEL 25/10/2011, FORMULATA DURANTE LA SEDUTA DI CONSIGLIO PROVINCIALE DEL 25/10/2011 DAL CONSIGLIERE PROVINCIALE SIMONE ORLANDINI, AVENTE AD OGGETTO: "NOTIZIA APPRESA DALLA STAMPA SU LETTERA INVIATA DA PARTE DELL'AUTORITÀ GARANTE DELLA CONCORRENZA E DEL MERCATO ALLA REGIONE IN MERITO ALL'AFFIDAMENTO DEL SERVIZIO DI GESTIONE DEI RIFIUTI IN PROVINCIA DI PARMA".
A oltre un mese dalle mie interrogazioni delle risposte non vi è traccia, trenta giorni mi sembrano un tempo veramente eccessivo, evidentemtene la giunta è già in campagna elettorale per le elezioni comunali, con un Bernazzoli candidato Sindaco è chiaro che la Provincia soffrirà di un forte assenteismo dei suoi vertici in Piazzale della Pace sino a giugno. Temi importanti come il mancato rinnovo dei contratti a sette dirigenti, che solo due anni fa venivano definiti "indispensabili" per il corretto funzionamento dell'ente, è evidente che sono il sintomo della leggerenza con cui viene pianificata l'attività della Provincia, che già si era manifestata apertamente l'anno scorso sul noleggio del parco auto, a pochi mesi dalla stipula del contratto venivano restituite alla società appaltatrice del servizio decine di automobili causa inutilizzo. Per contrastare questa pericolosa abitudine nella mia opera di controllo dell'ente proprio in questi giorni sto predisponedo verifiche ad alcune consulenze professionali ad incarico diretto. Ricordo, per dovere di cronaca, che successivamente alle interrogazioni citate ho interpellato la giunta sulle problematiche del campo volo di Fontanellato, il punto sulla privatizzazione della TEP, e sul declassamento di categoria sui dipendenti della Provincia, chiaramente anche a queste non ho ricevuto risposta.



Simone Orlandini

www.simoneorlandini.it

Consigliere Provinciale

Popolo della Libertà

venerdì 18 novembre 2011

Collegio Europeo, primo contatto con Bruxelles

Comunicato Stampa
Come annunciato ieri in commissione oggi mi sono attivato con la segreteria del Vice Presidente del Parlamento Europeo On. Mario Mauro per analizzare la situazione del Collegio Europeo di Parma. A margine delle telefonate e delle email inviate ci siamo dati un periodo di quindici giorni prima di risentirci e affrontare l'argomento nel dettaglio.
Simone Orlandini
Consigliere Provinciale
Gruppo PDL

giovedì 17 novembre 2011

Collegio Europeo di Parma, intervenga la Commissione Europea

Dall'analisi generale effettuata in commissione quinta, in qualita' di Vice Presidente, assieme al pres. Calunga Ilaria e al direttore amministrativo del Collegio Dott. Alessandrini, emerge che la quasi totalita' dei costi e' a carico dei cittadini di Parma. Il servizio che il Collegio offre e' di respiro europeo, studenti italiani europei ed extraeuropei partecipano ai corsi e che una volta ultimati verosimilmente andranno a ricoprire ruoli nelle istituzioni europee. Ritengo che la grave anomalia per cui la Commissione Europea contribuisce economicamente alla gestione del Collegio di Bruges e ad altri cinque istituti di formazione europei, e non versa un euro nelle casse del Collegio Europeo di Parma debba essere colmata. Voglio capire per quale motivo questo accade, non mi sembra corretto che i costi di questo servizio siano quasi completamente a carico dei Parmigiani, in particolar modo della Fondazione Cariparma, per questo ho chiesto alla commissione di predisporre un ordine del giorno condiviso con cui impegnamo la Provincia a sollecitare gli enti preposti a far si che la Commissione Europea si impegni Economicamente a sostenere l'attivita' del Collegio. Certamente dovremo analizzare attentamente tutta la gestione dell'istituto, per verificare ove possibile, la riduzione dei costi. Altra cosa importante e' capire se il CDE, Centro di Documentazione Europea puo' essere ulteriormente valorizzato. In un momento cosi difficile per il nostro paese ciascuno deve fare la sua parte, anche le istituzioni europee, alcune delle quali pronte a criticare l Italia e il suo ex Premier con una determinazione mai vista, e poi si dimenticano di sostenere quegli enti che l'Europa contribuiscono a Costruirla. Simone Orlandini consigliere provinciale Vice Presidente quinta commissione. Gruppo PDL

martedì 15 novembre 2011

Declassamento dipendenti della Provincia

Il declassamento di categoria dei dipendenti della Provincia è un tema delicato e trattarlo in questo periodo è di attualità per due ragioni:

primo non mi sembra corretto che una persona venga assunta con un tipo di inquadramento e solo successivamente ricondotta alla categoria più adeguata per il suo profilo perchè dalle verifiche tecniche si sono riscontrate incongruenze tra profilo e inquadramento, dimostrando, a mio avviso, poca professionalità nella gestione del personale, con il grave pericolo di aumentare la conflittualità interna al corpo dipendente con un danno per il servizio rivolto alla collettività. Il benessere sul posto di lavoro è una delle linee guida che maggiormente vengono seguite per l'aumento della produttività, eventuali discriminazioni o trattamenti dispari, provocano tensione all'interno dell'ente e difficile governabilità della macchina amministrativa.

Secondo, sembra ormai evidente che il Presidente Bernazzoli sarà il candidato sindaco per il Comune di Parma per la coalizione di centro sinistra, coalizione che pubblicamente invoca primarie vere per la scelta del candidato, poi praticamente decide a tavolino le candidature e le impone agli ?alleati?come nelle migliori tradizioni del vecchio PCI, solo superficialmente democratico e imbellettato con il nuovo nome PD. Questo serve a capire le intenzioni che verranno più o meno palesate in campagna elettorale. Troppe volte sentiamo le pesanti critiche all?operato del Comune di Parma, che deve essere totalmente rivisitato e rifondato. Se però per rivisitato vuole dire ridurre l'inquadramento di categoria e non ridurre il compenso, bè ci troveremmo di fronte ad un classico "Cambiare tutto per non cambiare nulla" declinato in più pesante ?spreco di risorse?.

Nel dettaglio dell'interrogazione chiedo al Presidente, se come ha già fatto per un suo fidato collaboratore, ha provveduto altre volte a lasciare che dipendenti venissero declassati e mantenuti con gli stessi trattamenti economici. Vorrei sapere tra il mandato scorso e quello attuale a quanti dipendenti è stato accordato questo trattamento e se intende utilizzare questa metodologia anche in futuro.




Parma, 15/11/2011
Alla c.a. del Presidente della Provincia
Dott. Vincenzo Bernazzoli

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA ED IN AULA

Oggetto: Declassamento di inquadramento di categoria dei dipendenti della Provincia

Il sottoscritto Consigliere Provinciale Simone Orlandini
Premesso
Che in passato è già successo di vedere dei dipendenti della Provincia declassati nell’inquadramento di categoria.
Che nonostante la variazione di categoria gli furono mantenuti gli stessi trattamenti economici.

Considerato
Che la gestione del personale in un ente pubblico è affare estremamente delicato.
Che nel predisporre un’assunzione è fondamentale verificare attentamente che il candidato abbia tutti i titoli per il posto per cui si è presentato, onde evitare di assumere persone con professionalità inferiori a quelle richieste.
Che un eventuale trattamento di disparità tra dipendenti pregiudica la buona armonia sul posto di lavoro, aumentando notevolmente la conflittualità interna con grave danno per il servizio rivolto alla collettività.
Che con i tagli che la pesante crisi che attaglia il paese ci porterà ulteriormente ad effettuare, il precedente declassamento senza riduzione del compenso potrà diventare materia di controversie giuridiche.

Interrogo il Presidente Bernazzoli
Per sapere: quanti dipendenti a partire dalla scorso mandato (2005 – 2009) a oggi, hanno beneficiato dell’opportunità di essere declassati in categoria seppur mantenendo gli stessi indennizzi economici.
Se ritiene il declassamento di categoria senza riduzione del compenso una metodologia di gestione del personale da utilizzare anche in futuro.
Chiedo la pubblicazione dell’atto sul sito web ufficiale della Provincia
Il Consigliere Provinciale
Simone Orlandini

domenica 13 novembre 2011

Interrogazione su riconsegna tesserino per caccia in deroga

Parma, 14/11/2011

Alla c.a. dell’assessore alla caccia
Dott. Ugo Danni


INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA ED IN AULA

Oggetto: Consegna del tesserino per la caccia in deroga

Il sottoscritto Consigliere Provinciale Simone Orlandini

Premesso
Che da quest’anno per i cacciatori vi è un adempimento ulteriore da eseguire, ovvero consegnare entro il 15 novembre la parte del tesserino relativa alla caccia in deroga.
Che detto adempimento deve essere effettuato da tutti i cacciatori, indipendentemente che pratichino o meno la caccia in deroga.
Che ho ricevuto da numerose persone interessate all’argomento la segnalazione della mancanza di pubblicizzazione del nuovo adempimento.
Considerato
Che non si capisce l’urgenza della consegna entro il 15 novembre del tesserino per la caccia in deroga.
Che la non consegna entro il 15 novembre del tesserino per la caccia in droga causa il pagamento di un ammenda di 150€.
Che non tutti i cacciatori praticano la caccia in deroga.



Interrogo l’assessore Ugo Danni
Per sapere:
1. Se non ritiene opportuno revocare il provvedimento di consegna del tesserino per la caccia in deroga entro il 15 novembre, ma lasciare che venga consegnato con il tesserino completo.
2. Se eventualmente non ritenga che almeno i cacciatori che non praticano la caccia in deroga vengano dispensati dall’obbligo di consegna del tesserino entro il 15 novembre.
3. Se ritiene necessaria la pubblicizzazione della consegna del tesserino per la caccia in deroga entro il 15 novembre sui quotidiani locali, in quanto essendo il primo anno in cui è presente questo adempimento , e non essendo stata fatta una campagna informatica adeguata molte persone potrebbero incorrere nella sanzione da 150€.
.

Chiedo la pubblicazione dell’atto sul sito web ufficiale della Provincia
Il Consigliere Provinciale
Simone Orlandini

venerdì 11 novembre 2011

Privatizzazione di Tep, a che punto siamo?





Parma, 11/11/2011

Alla c.a. del Presidente della Provincia
Dott. Vincenzo Bernazzoli


INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA ED IN AULA

Oggetto: Situazione privatizzazione della Tep

Il sottoscritto Consigliere Provinciale Simone Orlandini

Premesso
Che già il 28 aprile 2011 interrogai il Presidente per sapere lo stato di privatizzazione della Tep, anche in relazione alla gara di affidamento del servizio bandita da SMTP.
Interrogo il Presidente Bernazzoli
Per sapere a quale punto della privatizzazione l’azienda si trova, e quale è la posizione della Provincia di Parma in merito all’iter che si sta seguendo, nonché a quale punto è l’iter della gara avente come oggetto, tra le altre cose, l’affidamento del servizio di trasporto pubblico del bacino provinciale.

Chiedo la pubblicazione dell’atto sul sito web ufficiale della Provincia
Il Consigliere Provinciale
Simone Orlandini

Interrogazione (2) su campo volo di Fontanellato





Parma, 11/11/2011

Alla c.a. del Presidente della Provincia
Dott. Vincenzo Bernazzoli


INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA ED IN AULA
Oggetto: Vostra risposta a mia interrogazione su campo volo di Fontanellato

Il sottoscritto Consigliere Provinciale Simone Orlandini
Premesso
Che in data 22 agosto 2011 ho presentato un’interrogazione sul campo volo di Fontanellato per capire se era in possesso di tutte le autorizzazioni necessarie.
Che in data 29 agosto nella risposta mi viene scritto che la Provincia non competenze in merito, però si attivava con i vigili del fuoco per avere copia dei pareri emessi.
Che in data 10 novembre 2011 mi è stata inviata una comunicazione del Comando Provinciale dei Vigili dei Fuoco, in risposta ad una richiesta dalla Provincia, nella quale (con nota prot.55248 del 25/11/2011) il Comando stesso confermava di aver rilasciato un “parere favorevole condizionato” con nota prot.12493 solamente in data 30/08/2011 a seguito di richiesta in data 15/07/2011.
Considerato
Che le date degli atti dei Vigili del Fuoco sono chiaramente successive alla mia interrogazione, che addirittura il parere è condizionato a prescrizioni e che nulla si cita in merito al rilascio di un Certificato di Prevenzione Incendi (o all’inoltro di una SCIA in base alle nuove normative),




Interrogo il Presidente Bernazzoli
Per sapere se:
1. Il campo volo ha operato in presenza delle necessarie autorizzazioni prescritte dalla legislazione vigente
2. Se è stato predisposto ed ottenuto un Certificato Prevenzione Incendi (o è stata inoltrata una SCIA in base a quanto stabilito dal DPR 151/11).
3. Se non ritiene che un campo volo che opera fuori dal campo di applicazione delle norme sia un pericolo per la collettività e per gli operatori della struttura.

Chiedo la pubblicazione dell’atto sul sito web ufficiale della Provincia
Il Consigliere Provinciale
Simone Orlandini

giovedì 10 novembre 2011

Segnalazione dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato

Parma, 25/10/2011

Alla c.a. del Presidente della Provincia
Dott. Vincenzo Bernazzoli


INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA ED IN AULA

Oggetto: Segnalazione dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato sull’affidamento dei rifiuti in Provincia di Parma.

Il sottoscritto Consigliere Provinciale Simone Orlandini

Premesso
Che dalla stampa apprendo la notizia oggetto dell’interrogazione, su un documento dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato
Che nell’adunanza del 7 settembre 2011 l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, presieduta da Antonio Catricalà, ha esaminato una segnalazione dove si prospettano distorsioni della concorrenza attribuibili al funzionamento del sistema di gestione dei rifiuti in provincia di Parma.
Che la Regione Emilia Romagna ha ricevuto detta segnalazione in data 15 settembre 2011.
Che l’Autorità ha fissato in 60 giorni dal ricevimento della stessa i termini per la risposta alla segnalazione
Considerato
Che in detta segnalazione le doglianze riguardano tra l’altro l’ampliamento del perimetro di competenza della società affidataria del servizio, perimetro potenzialmente eccedente la privativa per le sole attività finalizzate allo smaltimento dei rifiuti urbani e assimilati in quanto ricomprendente anche le attività di trattamento e recupero/riciclaggio degli stessi.
Che la logica dell’esclusione dell’attività di trattamento e recupero della privativa comunale risiede nel fatto che è possibile attribuire un valore economico positivo al rifiuto, atteso che lo stesso può essere riutilizzato e/o riciclato all’interno di un processo produttivo. In un contesto così delineato, nel quale l’attività di trattamento e recupero è

pertanto liberalizzata e il mercato attribuisce un valore al rifiuto che diviene così un bene economico, l’Autorità ha segnalato la necessità di evitare l’instaurarsi di situazioni suscettibili di determinare distorsioni concorrenziali. Nel caso di specie l’ambito interessato è quello della gestione dei rifiuti di Parma, Ato 2.
Interrogo il Presidente Bernazzoli
Per sapere se a seguito della segnalazione della Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato la Provincia di Parma è stata resa partecipe delle azioni correttive da intraprendere da parte della Regione.
Se a seguito della segnalazione sono state attivate iniziative volte alla risoluzione dei problemi sollevati.

Chiedo la pubblicazione dell’atto sul sito web ufficiale della Provincia
Il Consigliere Provinciale
Simone Orlandini

mercoledì 9 novembre 2011

Comunicato stampa del 22 agosto sul Paip

Comunicato Stampa

Il tema della gestione dei rifiuti è estremamente importante e non può essere trattato con superficialità e leggerezza, non possiamo essere demagogici e dobbiamo anche avere il coraggio, noi politici, di dire cosa ne pensiamo di questo trermovalorizzatore senza fuggire alla nostra responsabilità di amministratori ELETTI.
Io personalmente sono favorevole alla costruzione dell'inceneritore, a patto che vengano rispettate tutte quelle prescrizioni che si sono attivate in fase autorizzativa. Nello specifico mi riferisco ai materiali utilizzati per la costruzione dell'impianto che devono essere i migliori sul mercato come da capitolato, le manutenzioni dovranno essere puntuali e i monitoraggi ambientali dovranno confortarci con dati che inequivocabilmente diranno che non vi è rischio per la salute.
Con questa interrogazione inizio ad occuparmi della parte generale di tutta la "questione" PAIP, nello specifico chiedo al Presidente Bernazzoli se è stato attivato correttamente il piano di monitoraggio ante-operam; se è stato attivato l'infopoint presso la Provincia per dare informazioni ai cittadini sul termovalorizzatore; se l'area individuata per la costruzione è ancora oggi ritenuta la più idonea e non venga considerata troppo visibile dall'autostrada. Certamente non possiamo più spostarlo, però voglio capire se i politici che hanno deciso di costruirlo in quest'area hanno fatto tutte quelle valutazioni di impatto economico sul territorio, a mio avviso ovvie essendo un operatore del settore alimentare, su una struttura così mastodontica. Costruita nei pressi dell'uscita autostradale di Parma diventa per forza di cosa un simbolo della città, e quindi l'associazione che prima era automatica tra Parma e il Buono e Sano cibo, non vorrei che venisse condito da "un'aroma di bruciato" per i prodotti tipici della nostra Provincia, che sono la principale fonte di reddito del territorio. Qual’ora accadesse vorrei essere informato correttamente su chi a deciso cosa, visto che oggi su questo tema vi è ancora molta confusione.

Simone Orlandini
Consigliere Provinciale

Ma oggi la borsa non doveva schizzare alle stelle?

“Mi dimetterò appena sarà approvata la legge di stabilità. È un gesto di responsabilità nei confronti del Paese per evitare che la diserzione di pochi possa danneggiare l’Italia in modo irreparabile”. Così Silvio Berlusconi intervenendo a Mattino 5. “Io vado avanti fino all’approvazione di queste riforme perché più di ogni altra cosa io amo il mio Paese e sento il dovere di assolvere nel modo più utile il mandato che mi è stato dato da milioni di italiani”.

La legge di stabilità “è la finanziaria, contiene gli impegni per l’anno prossimo e i prossimi due anni. Vi abbiamo collocato un emendamento con le riforme che erano da sempre nel nostro programma liberale che ci sono state chieste da Commissione europea” e “da tutta la comunità internazionale”. Non c’erano alternative, perché “dovevamo dare all’Europa il segnale che facevamo sul serio”.

Il Paese sarebbe stato danneggiato “in un momento di crisi che è mondiale. Una crisi dove la speculazione ha preso di mira l’Italia per il nostro alto debito pubblico, che abbiamo ereditato da governi del cosiddetto compromesso storico e che, dal ‘80 al ’92, hanno più che raddoppiato il debito pubblico”.

“Sono un’ottimista per natura e speravo che il senso di responsabilità e lealtà verso gli elettori sarebbe prevalso, invece dopo Fini e i suoi parlamentari altri sette deputati sono passati all’opposizione tradendo così il mandato elettorale e posso dire tradendo anche l’Italia”.

Su altre defezioni nel Pdl il premier assicura: “no, non credo” ci saranno “perché oggi con molta evidenza tutti hanno capito che è fondamentale approvare questa legge di stabilità”. Ieri i dissidenti “hanno tradito il loro mandato e il Paese”. L’autocritica “dovrebbero farla coloro che si sono serviti del risultato elettorale per soddisfare le proprie ambizioni personali, chi ha tradito il mandato elettorale ma non hanno l’onestà necessaria. Gli elettori però non dimenticheranno chi li ha traditi”.

“Purtroppo c’è stato un vergognoso mercato che i media vicini all’opposizione hanno presentato con la solita ipocrisia: chi tradisce il centrodestra è un benemerito mentre chi ha sostenuto in passato il governo è stato definito un mercenario. Stiamo assistendo al peggio del ritorno alla vecchia politica”.

“L’opposizione mi chiede da mesi di fare un passo indietro e che il Governo si dimetta, non ha detto altro e non sa dire altro. Ma divisa com’è, succube di estremisti e dei sindacati di sinistra, non si è mai dichiarata pronta a votare il programma di riforme liberali che l’Europa ci chiede. Anzi nell’opposizione c’è chi giudica inaccettabili quelle riforme. Noi abbiamo intenzione di farle e porteremo all’approvazione del Parlamento quelle previste nel maxi emendamento. Solo il nostro Governo e la nostra coalizione possono prendere questi provvedimenti che l’Europa ci chiede”.

Sul timore che il Paese precipiti come la Grecia, il premier è categorico: “No”, l’Italia non rischia di trovarsi come la Grecia, perché “la crescita modesta del Pil può ripartire con i necessari interventi, quelli con cui ci siamo impegnati con l’Ue, la Bce e altri 16 Paesi dell’Euro. Non dobbiamo considerarli interventi imposti, ma come opportunità che sono da sempre nel nostro programma di rivoluzione liberale, un programma che non siamo riusciti ad approvare per la defezione degli alleati”.

Infine, sui rapporti con il Carroccio ribadisce: “sono eccellenti, la Lega sa che non potrebbe avere un alleato migliore di noi”.



Il premier al Gr1/Accordi di Casini con la sinistra

"Ho anteposto gli interessi del Paese a quelli personali e della mia parte politica. La facolta' di decidere comporta al presidente della Repubblica" che "dara' inizio alle consultazioni e vedremo il finale”. Queste le parole di Berlusconi al Gr1.
"Non c'e' bisogno di porre la fiducia sulle misure anti-crisi. Io mi sono rivolto al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano in modo che, insieme ai presidenti di Camera e Senato richieda l'accelerazione dei lavori" in modo da arrivare all'ok al pacchetto in tempi brevi".
Ci piacerebbe ''recuperare un rapporto con l'Udc, anche in vista di eventuali elezioni anticipate. ''Abbiamo chiesto piu' volte al Terzo Polo, a Casini, ai centristi di ricostituire il centrodestra e la risposta e' sempre stata negativa. Oggi appare chiaro che ci siano degli accordi di Casini con la sinistra e quindi non credo che ci sia questa possibilita'''.



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“Avanti con la legge di stabilità”
“Dopo il varo della legge di stabilità ci saranno le mie dimissioni in modo che il capo dello Stato possa aprire le consultazioni e decidere sul futuro: non spetta a me” decidere, “ma io vedo solo la possibilità di nuove elezioni. Il Parlamento e' paralizzato almeno alla Camera, mentre al Senato il centrodestra ha ancora una buona maggioranza”. Lo afferma il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, al Tg5.

Continua: “dobbiamo preoccuparci di ciò che accade sui mercati finanziari che non credono che l'Italia sia capace di approvare le misure che l'Ue ci ha chiesto. Credo sia la prima cosa di cui preoccuparci: dobbiamo dare ai mercati la dimostrazione di fare sul serio. La cosa importante è fare il bene del Paese”.

Il Premier evidenzia che “il governo non ha più la maggioranza che credevamo di avere. E quindi, con realismo, dobbiamo prendere atto di questa situazione e preoccuparci della situazione italiana. Ritengo che sia importante dare la precedenza all'approvazione di queste misure” e quindi - annuncia - intendo chiedere “all'opposizione di consentire il varo urgente di queste misure di stabilità che conterranno tutte le richieste dell'Europa”.

In un’intervista al tg1 Berlusconi commenta il comportamento dei “dissidenti”: “non ho provato solo sorpresa, ho provato molta tristezza, dolori in certi casi, perché tutte le persone che hanno ritenuto di lasciare la nostra parte politica erano persone di cui io ero anche legato personalmente da anni, erano tutte persone che avevano partecipato all'inizio di Forza Italia, verso le quali io avevo un rapporto che non era solo di collaborazione politica ma anche umano di amicizia”.

Specifica che “il voto di oggi (martedì) ha reso ancora più forte la mia preoccupazione sul nostro momento, una situazione che vede i mercati non ritenere che noi vogliamo veramente introdurre quelle riforme liberali che l'Ue ci ha chiesto con insistenza. E ha confermato come fosse difficile operare quotidianamente in Parlamento a causa delle defezioni nella nostra parte politica”, ha aggiunto. Il Premier si dice convinto che “una maggioranza probabilmente è sempre esistente se noi ponessimo la fiducia, ma - ammette - non possiamo porre la fiducia su tutti i provvedimenti. Quindi, ho ritenuto che fosse necessario dare la priorità a queste preoccupazioni per la situazione del Paese e allora mi sono recato dal capo dello Stato presentandogli l'urgenza dell'approvazione da parte del Parlamento delle misure che ci sono state chieste dall'Europa”.

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Analisi/La sinistra grida, ma non aiuta
Se qualcuno voleva la controprova che in questo momento di crisi globale la speculazione sta davvero dominando i mercati, questa conferma è arrivata dopo l’annuncio di ieri al Quirinale del Presidente Berlusconi. Quelli che addossavano a Berlusconi la colpa dell’alto differenziale tra titoli di Stato tedeschi e titoli italiani, si sono scontrati con una nuova realtà: il mercato è letteralmente impazzito. Oggi in particolare si parla di acquisti massicci di Cds, di quei contratti che servono per ri-assicurare gli operatori, contro vendite di titoli di Stato. Una manovra speculativa classica che non si sa dove potrà portare, perché è nettamente in contrasto con la realtà dell’economia italiana: un’economia solida e robusta, con i fondamenti sani e sostenuta da un’esportazione che continua a tirare bene nonostante il momento difficile.
Purtroppo, in questa crisi si sono inserite anche le voci insistenti, continue, incalzanti di una stampa contraria che con i suoi commenti ha spinto per la fuoriuscita del centrodestra dall’area di governo in favore di una soluzione tecnica, di emergenza o di salvezza come la si voglia chiamare.
Adesso si sta lavorando al maxi-emendamento alla legge di stabilità e si vedrà nelle votazioni imminenti al Senato e alla Camera come si comporterà l’opposizione. Quell’opposizione che oggi grida contro il governo ma dimentica di avere criticato fin dall’inizio quella lettera all’Unione europea che è l’unica ancora di salvezza per il Paese.




Napoli: ma lo spread non doveva migliorare senza Berlusconi?

''Ma lo spread sui titoli di Stato, nuovo totem delle opposizioni, non doveva ripiegare con l'annuncio dell'uscita di scena di Berlusconi? O invece ha ripreso a salire nel timore che arrivi una maggioranza con Bersani e Di Pietro?''. E' quanto afferma Osvaldo Napoli, vicepresidente dei deputati del PdL.



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E ora rispettare gli impegni
Mai perdere di vista la realtà ed i tempi. E dunque se gran parte del palazzo politico ha già la testa al dopo, il governo – ed il suo premier – hanno detto chiaramente e ufficialmente al capo dello Stato che si dimetteranno dopo l’approvazione della legge di stabilità.

Non è un atto di ordinaria amministrazione come un tempo, quando c’era la vecchia Finanziaria. La legge di stabilità è un vincolo pluriennale, ma che soprattutto in questo caso avrà il suo fulcro nel maxi-emendamento contenente le riforme concordate con l’Europa. E che, giusto ieri, la commissione di Bruxelles ci ha nuovamente sollecitato a precisare nei contenuti e nei tempi.

Approvarla è dunque un dovere della coalizione di governo in primo luogo, ma assumersi la responsabilità di non ostacolarla è una precisa responsabilità dell’opposizione. La legge ed il maxi-emendamento conterranno provvedimenti anche impopolari, però rappresentano nel complesso un’agenda europea in grado di sconfiggere la speculazione e poi di rilanciare la crescita. Silvio Berlusconi ci ha messo la firma e la faccia. Vedremo ora che cosa ci metteranno terzo polo e sinistra.

Non c’è alcuna polemica in queste parole, ma solo una situazione di cui tutti devono rendersi conto: l’Italia, come l’Europa, è in emergenza. Quella finanziaria è la classica guerra combattuta con altri mezzi. Logica vorrebbe che l’opposizione si unisse al governo in nome dell’interesse nazionale, e poi, almeno ad emergenza passata, si andasse alle urne.

Ma temiamo che non sarà così, che prevarranno i tatticismi e gli egoismi di partito. E’ fondamentale che essi non mettano a repentaglio almeno la nostra situazione in Europa, di cui questo governo non ha colpe se non quella di trovarsi in carica oggi. Tutto, come è noto, dipende dal debito, nonché da una serie di incrostazioni della nostra economia che non possono essere addebitate al centrodestra.

Approvare dunque la legge di stabilità e rispondere alle richieste europee: è l’unico modo per salvare il Paese, ed è per questo che Berlusconi ha annunciato le dimissioni. Il governo e il centrodestra è già su questa trincea. Attendiamo il contributo degli altri, sicuri che il Quirinale vigilerà affinché nessuno si chiami fuori. Significherebbe volere la rovina dell’Italia in Europa.


(5)
Ma la sinistra teme le elezioni
Chi ha un briciolo di memoria non può non ricordare quale è stato il mantra della sinistra negli ultimi mesi, che si può riassumere così:
- l'Italia è finita nel mirino della speculazione internazionale a causa di un deficit di credibilità;
- il presidente del consiglio deve fare un passo indietro;
- la Spagna era messa peggio di noi, ma appena Zapatero ha annunciato le elezioni anticipate i mercati si sono rasserenati.

Basta rivedere la registrazione di tutti i talk-show televisivi, oppure le interviste ad alti esponenti dell'opposizione apparsi sui quotidiani, e ci si accorge che il ritornello è sempre stato questo. Cosa accade invece oggi? Berlusconi ha annunciato le sue dimissioni un minuto dopo l'approvazione della legge di stabilità e si è espresso, pur riconoscendo che ogni decisione in merito spetta costituzionalmente al capo dello Stato, per lo scioglimento delle Camere e per le elezioni anticipate a febbraio. Se i dirigenti del centrosinistra avessero un minimo di coerenza, non potrebbero che convenire sulle parole del premier, avendo egli messo in pratica quanto loro predicavano da tempo.

Invece no. Ora che Berlusconi il passo indietro lo ha realmente fatto, il terzo polo e il Pd si stanno rimangiando tutto, e improvvisamente le elezioni anticipate, da medicina di tutti i mali sono diventate una iattura, anzi peggio: un salto nel baratro.

La via maestra è tornata ad essere il leggendario "governo di emergenza" guidato da un'alta personalità "tecnica" autorevole in Europa e in grado di guidare una squadra di ministri "politici" provenienti da tutti i partiti disponibili. Ma si tratta di un'equazione impossibile in questo Parlamento e in questa situazione politica, prima di tutto perché i veleni sparsi dal centrosinistra hanno minato irreparabilmente ogni possibilità di dialogo costruttivo attraverso la delegittimazione continua del leader e della maggioranza scelta dagli elettori; e poi perché non basta mettere un premier "tecnico" alla testa di un esecutivo per convincere l'Europa, la Bce e i mercati: occorrerebbero una comune visione dell'agenda europea e una convergenza programmatica che in tutta evidenza non ci sono.

Il Terzo Polo, poi, ha una posizione ancora più schizofrenica: Casini, Fini e Rutelli hanno infatti già annunciato di condividere le misure che l'Europa ci chiede, ma dopo avere a lungo caldeggiato il passo indietro di Berlusconi dicendosi disponibili ad appoggiare un nuovo governo a guida Alfano o Letta, ora hanno cambiato idea: nessun altro governo può nascere in questa legislatura senza il coinvolgimento del Pd.

Di cosa, quindi, stiamo parlando? Solo un esecutivo di centrodestra eventualmente allargato al terzo polo sarebbe in grado di portare avanti politiche coerenti con la lettera all'Europa, che impegna non solo Berlusconi, ma chiunque sia chiamato a governare.

Esclusa preventivamente questa ipotesi, ogni altra soluzione sarebbe un'ammucchiata deleteria, pasticciata e inutile alla causa. Non restano, dunque, che le elezioni anticipate per fare chiarezza e spazzare via i tatticismi: ogni partito e ogni coalizione dovranno dire agli italiani cosa intendono fare, con chi e in che tempi.

Il centrodestra ha le idee chiare, mentre le attuali opposizioni avranno qualche difficoltà a ritrovarsi intorno a un programma comune, dovendo fare i conti con l'ipoteca massimalista di Vendola e con la demagogia di Di Pietro. Toccherà agli elettori scegliere, come è giusto che sia in una grande democrazia.



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I Mercati non sostituiscono gli elettori
"Confermiamo la nostra linea, e vi sfidiamo ad una risposta sull'Europa rispetto alla quale testi del Pd e dell'Idv dicono che l'Europa fa macelleria sociale: io vi domando quale esecutivo uscirebbe fuori qualora aveste responsabilità di governo. Questo accentua la drammaticità della situazione, e ci impone di stare al nostro posto e fare fino in fondo con senso di responsabilità il nostro dovere". Fabrizio Cicchitto, capogruppo Pdl alla Camera, conferma così in Aula la linea della maggioranza durante il dibattito sul Rendiconto dello Stato.

"Abbiamo fatto tutto quello che andava fatto per dare una risposta positiva alle richieste Ue", ma l'opposizione si comporta da "irresponsabile: non sono i mercati che eleggono i governi e si sostituiscono agli elettori. Non fuggiamo davanti alle nostre responsabilità, e neanche davanti a lotta politica che personalizza una questione che in realtà attraversa tutto il mondo", conclude Cicchitto.




Cremlino: Berlusconi agisce nell’interesse del Paese

Le dimissioni del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi vanno "nell'interesse dell'Italia". Lo ha detto, ripreso dalla Ria Novosti, Arkady Dvorkovich, consigliere economico del presidente russo Dmitrij Medvedev. Per Dvorkovich, il Cavaliere "sta agendo nell'interesse del suo paese e sta facendo quanto possibile per mantenere la stabilita' dell'economia italiana. E poiche' - ha aggiunto - e' un uomo dall'immensa volonta' politica, e' pronto a compiere passi importanti, anche a livello personale, per risolvere la situazione".


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Uno statista e otto quaquaraquà
Ieri Silvio Berlusconi ha potuto costatare come le pressioni più varie abbiano indotto alcuni che lo avevano accompagnato sin dalla sua “discesa in campo” a tradire un rapporto di fiducia e il patto con gli elettori. Tutto questo ha comportato la presa d’atto del premier, la necessità di un percorso verso le dimissioni.

I numeri sono quelli che sono. Una simile constatazione, mescolata con l’amarezza all’idea di volti amici fattisi ostili, indurrebbe chiunque ad accasciarsi, lasciandosi beccare dagli avvoltoi; o lo spingerebbe alla fuga, al si salvi chi può. Non così Berlusconi. E qui siamo al fattore umano che nessuno scienziato della politica è in grado di misurare con i suoi algoritmi basati esclusivamente sulla questione degli interessi e della ideologia. Esistono le risorse interiori, che ci fanno essere quello che siamo nel momento della prova. E Berlusconi ancora una volta ha dato come un colpo di reni. Lo davano sepolto, mesto, dileggiato e dileggiabile. Chi guardi onestamente alla fine è costretto a deludere i propri pregiudizi.

È capitato di accorgersene con meraviglia a Mario Calabresi, direttore della Stampa, un giornale che ha tenuto una linea non certo simpatizzante verso il Cavaliere. Ha scritto in prima pagina: “a tarda sera ti aspetteresti di trovare un uomo abbattuto e depresso, invece la voce è squillante, ma le parole sono chiare e inequivocabili”.

Dunque occorre avere fiducia nel modo con cui Silvio Berlusconi guiderà queste ultime giornate che precedono le dimissioni, e anche la gestione delle fasi successive. Questa sua tenacia vitale, questa certezza della positività della vita gli permette di dire che le lettere dell’Unione Europea, i richiami della Bce, insomma tutta questa pressione: “Non la dobbiamo vivere come un’imposizione ma come un’occasione”.

Ora si capisce bene perché gli speculatori internazionali abbiano cercato con ogni mezzo di estromettere Berlusconi, agendo sulle leve dei media italiani e stranieri. Pensavano di averlo eliminato. Gli uomini però non sono mica tutti Don Abbondio o burattini…



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“Silvio resta il nostro leader”
Chi dice che questo è l'ultimo atto “non conosce Berlusconi” che ha fatto “un gesto di responsabilità” ma non è affatto “finito” e “resterà il leader del centrodestra”. Lo dice, in una intervista alla Stampa, il ministro dell'Istruzione, Maria Stella Gelmini, secondo la quale “la sinistra si illude se pensa che adesso Berlusconi possa essere messo da parte. Quel che ha avviato durerà, non può essere archiviato”.
Contro di lui, osserva, “c'è stato un impressionante fuoco di fila”, “attacchi violentissimi”, perché la sinistra “ha usato contro di lui mezzi leciti e illeciti per distruggerne l'immagine”. Ma “io che giro tanto le posso assicurare che la gente è ancora con lui”.
Nel Pdl, comunque, “c'è coesione, anche se qualcuno vuol fare credere esattamente il contrario” e “la classe dirigente è unita attorno al progetto Alfano”.


Sandro Bondi – “Condivido interamente quanto ha dichiarato l'amico e ministro Gianfranco Rotondi: 'Il nostro patrimonio sono il bipolarismo, il Partito Popolare europeo, la leadership di Berlusconi e l'investimento su Alfano. Guai se li bruciamo sull'altare di un governo pasticcio nell'illusione di guadagnare tempo o salvare una quota di governo'. Per queste ragioni, tutti in questo momento, sia l'opposizione che la maggioranza, dovrebbero indicare come strada maestra quella delle elezioni anticipate”.

Francesco Casoli – “Francamente fa ridere questa falsa preoccupazione espressa da Casini e Bersani. Fino a ieri i due 'grandi statisti' hanno sventolato fantomatici dati di ripresa del mercato italiano che si sarebbe ottenuta con le dimissioni di Berlusconi. Oggi, nonostante l'intenzione espressa dal premier ieri al Quirinale, la realta' dei fatti e' sotto gli occhi di tutti, la borsa di Milano e' in picchiata e gli spread sono saliti ai massimi livelli. L'Unione europea non ci ha mai chiesto di cambiare governo, e neanche il popolo italiano la soluzione allora e' solo una, si vada immediatamente alle elezioni per mandare definitivamente a casa questi quattro cattocomunisti che sono i veri speculatori del bene dell'Italia".

Fabrizio Cicchitto – “Il presidente Berlusconi si e' assunto l'onere di far decollare le misure piu' immediate contro la speculazione che sta colpendo il nostro Paese e questo percorso si concludera' prevedibilmente entro il mese di novembre. A quel punto si aprira' un confronto politico e, allo stato attuale delle cose, per quel ci riguarda, riteniamo che sia assolutamente da respingere ogni ipotesi di ribaltone e che quindi l'ipotesi prevalente e fisiologica sia quella del ricorso al corpo elettorale. Non ci sono condizioni politiche ne' numeriche per fare ribaltoni. Tutti i giornali italiani oggi sono pieni delle future dimissioni di Berlusconi e questo sulla base delle dottrine correnti che abbiamo ascoltato avrebbe dovuto implicare il fatto che i mercati avrebbero dovuto dare una valutazione positiva. Vediamo invece che purtroppo le cose non stanno andando affatto bene a testimonianza che c'e' stata una esercitazione di faziosita' rispetto a una situazione che e' gravissima di per se' sul grado economico e finanziario. Questo dimostra tutta la irresponsabilita' che ha caratterizzato la polemica della sinistra. Lunedi' sara' ancora in carica questo governo, il Senato deve ancora completare il suo lavoro e poi consegnarlo alla Camera. Quindi parliamo di scadenze che attengono alla prossima settimana”.

Altero Matteoli – “Il presidente Berlusconi offrendo di rimettere il mandato dopo l'approvazione della legge di stabilità ha dimostrato ancora una volta grande senso di responsabilità e di volere il bene del Paese per adempiere agli impegni internazionali e fronteggiare la crisi. Dopo la legge di stabilità, qualunque altra opzione senza Berlusconi premier non sarebbe fattibile né accettabile nel rispetto del mandato elettorale del 2008 e del sistema bipolare che vogliamo preservare. L'unico sbocco alternativo resterebbe il voto”.

Gaetano Quagliariello – “Se si può si migliora questa legge elettorale ma se non ci sono i tempi tutti i partiti scelgano i candidati in maniera più trasparente e partecipata. Sappiamo che su quel che c'è da fare ci sono posizioni diverse all'interno del centrosinistra. Un governo di unità nazionale si può fare, ma sembra molto improbabile e quindi la strada è quella delle elezioni”.

Gianfranco Rotondi - “I giornali pubblicano commemorazioni un po` affrettate di Silvio Berlusconi. La sua stagione non è finita ieri. Ancora una volta ha spiazzato la sinistra offrendo non una resa ma una prospettiva con Angelino Alfano. Mentre gli altri invocano governicchi e pasticci, noi come Zapatero abbiamo reso un servizio di chiarezza provvidenziale per il Paese”.

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La missione europea in Italia
Comincia oggi a Roma la missione della Commissione europea per verificare l'attuazione delle misure di riforma economica. Lo ha indicato il portavoce del commissario Ue Olli Rehn, sottolineando che il capo missione sarà il vicedirettore generale dei servizi affari economici, il belga Servaas Deroose. Insieme con gli “ispettori” comunitari arriveranno anche esperti della Bce.

I tecnici di Bruxelles e Francoforte si intratterranno per diversi giorni a Roma e avranno incontri innanzitutto con il Tesoro e le altre istituzioni e ministeri coinvolti nell'attuazione delle misure di consolidamento del bilancio e di riforma strutturale a cominciare dal Dicastero del Lavoro.

Rehn ha specificato di aspettarsi quanto prima le risposte al questionario inviato a Roma con le domande precise sulla lettera di impegni.

L’Italia, attraverso il ministro dell’Economia Tremonti ha rassicurato l'Eurogruppo “sulla determinazione del governo italiano ad attuare rapidamente le misure annunciate dal premier Berlusconi al vertice del 26 ottobre”.

Assolutamente positiva la sottolineatura del presidente dell'Eurogruppo, Jean-Claude Juncker: “i ministri delle Finanze dell'eurozona hanno accolto con favore le nuove misure annunciate dalle autorità italiane e la disponibilità ad adottarne altre, se necessario. E hanno accolto con favore la decisione della Commissione europea di intensificare il monitoraggio, in collaborazione con la Bce, e la decisione dell'Fmi di svolgere una verifica pubblica di attuazione delle politiche con cadenza trimestrale”.

Altra voce a favore della direzione intrapresa dal governo è quella del ministro lussemburghese delle Finanze, Luc Frieden, “le misure della Grecia e dell'Italia vanno nella giusta direzione. Ogni governo, e direi anche la Francia, deve ridurre il debito pubblico e presentare misure di consolidamento del bilancio”. E aggiunge che sarà la commissione europea “a valutare queste misure in vista della prossima riunione che potrebbe essere il 17 novembre. Ma stiamo andando nella giusta direzione”.


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Il premier: io non mi ricandiderò
Da La Stampa, colloqui di Mario Calabresi
con il presidente del Consiglio, on. Silvio Berlusconi

A tarda sera ti aspetteresti di trovare un uomo abbattuto e depresso, invece la voce è squillante, ma le parole sono chiare e inequivocabili: «Appena sarà approvata la legge di stabilità mi dimetterò e, siccome non ci sono altre maggioranze possibili, vedo solo le elezioni all’inizio di febbraio, elezioni a cui non mi candiderò più». Il passo indietro, nelle parole del Cavaliere, è totale e definitivo: «Il candidato premier del centrodestra sarà Alfano, è accettato da tutti e sarebbe sbagliato bruciarlo adesso provando a immaginare un nuovo governo guidato da lui».

Sembra impossibile immaginare che Silvio Berlusconi farà davvero il passo indietro definitivo, invece lui lo conferma a più riprese, così come ha fatto nel suo colloquio al Quirinale, tanto che il Presidente della Repubblica considera le dimissioni come già date. «Prima però dobbiamo dare risposte immediate ai mercati, non si può attendere oltre ad approvare le misure concordate, io mi sono impegnato con l’Europa a farlo e prima di andarmene voglio mantenere la promessa. Adesso però faccio appello a tutti, maggioranza e opposizione, perché passino al più presto e poi io mi dimetterò».

Le elezioni però non sono automatiche. «Certo, il Capo dello Stato farà le consultazioni ma io non vedo maggioranze alternative possibili: da un lato io non intendo fare un governo con il Pd, non voglio certo chiudere andando con loro, dall’altro Casini ha detto chiaramente che un accordo con noi non gli interessa e allora la matematica mi dice che non ci sono altre strade. Resta solo la via maestra, quella delle elezioni».

Gli chiedo in che tempi, se immagina davvero elezioni con la neve e comizi con il cappotto, una cosa mai vista nella storia d’Italia: «I tempi dell’approvazione della legge di stabilità dovrebbero essere veramente celeri: entro la prossima settimana l’approvazione al Senato e quella successiva alla Camera, lì dipende dal calendario che deciderà Fini, ma comunque entro la fine del mese l’iter sarà stato completato e io mi sarò dimesso. E’ importante fare veloci: prima facciamo e prima usciamo da questa giostra infernale, da questa situazione incredibile, con i mercati che spingono e premono».

Gli chiedo se si sente messo in un angolo e fatto fuori dalle Borse, dall’Europa, dalla speculazione, se - come ha detto qualcuno dei suoi - siamo di fronte ad un «golpe dei mercati». «A dire la verità questa pressione è una grande opportunità, i mercati ci spingono a fare le riforme che non siamo mai riusciti a fare, quelle liberalizzazioni che avevo sempre messo nel mio programma ma che avevano trovato mille resistenze. Non la dobbiamo vivere come un’imposizione ma come un’occasione».

Andiamo avanti a parlare, ride, scherza, sembra quasi liberato di un peso oppure ancora non cosciente di quanto è accaduto, ma basta citargli i deputati che lo hanno abbandonato per riaccenderlo: «E’ successa una cosa allucinante, a cui faccio ancora fatica a credere, mi hanno tradito quelli che ho portato per una vita nel cuore, penso ad Antonione e non riesco ancora a crederci, e pensare a tutto quello che ho fatto per lui. Prima lo avevo nominato coordinatore di Forza Italia, poi lo abbiamo candidato a governatore, quando è stato eletto in Friuli gli ho portato a Trieste tutti i bilaterali possibili, per dare lustro alla sua presidenza, e poi mi ha fatto anche fare da padrino alla sua bambina. E’ incredibile: sono il padrino di sua figlia e lui mi tradisce, non posso credere ai miei occhi. Così gli ho chiesto di incontrarci ma lui ha avuto paura di venire e mi ha liquidato con una lettera. Degli altri non parlo nemmeno, a partire dalla Carlucci, da Gabriella Iscariota».

Difficile credere che possa farsi una ragione di tutto questo; conoscendo l’uomo si è portati a credere che proverà ancora una volta la rivincita, che non si negherà il tentativo di un ultimo giro, ma lui nega ancora: «No, non mi ricandido, anzi mi sento liberato, adesso è l’ora di Alfano, sarà lui il nostro candidato premier, è bravissimo, meglio di quanto uno potesse pensare e la sua guida è stata accettata da tutti».

E lei adesso cosa farà, è disposto davvero a stare un passo indietro? «Farò il padre fondatore del mio partito e magari mi rimetterò a fare il presidente del Milan». Gli dico che non ci credo a un Berlusconi che si tira fuori dalla mischia e qui un po’ si lascia andare: «Beh, magari potrò dare una mano in campagna elettorale, quella è una cosa che mi è sempre riuscita benissimo».

Nei suoi scenari futuri c’è ancora un’alleanza tra il suo partito e la Lega. «Alla fine Bossi mi è stato sempre fedele, la nostra amicizia e la nostra alleanza hanno tenuto, nonostante molti scommettessero il contrario». Un’alleanza che immagina possa ancora vincere: «Con il mio passo indietro e Alfano candidato non è scritto da nessuna parte che gli italiani siano pronti a consegnare il Paese nelle mani di un’alleanza che parte al centro e arriva fino a Bersani, Vendola e Di Pietro. Penso che sia qualcosa di indigeribile alla maggioranza degli italiani. Eppure loro sono già convinti di avercela fatta, hanno perfino preparato i nuovi organigrammi e promesso a Casini che farà il presidente della Repubblica e lui ci spera, altroché, è per questo non li molla».

I retroscena sul vertice dell’altroieri ad Arcore hanno raccontato della contrarietà della famiglia alle dimissioni, ma Berlusconi sostiene che la storia è esattamente il contrario: «I miei figli sono felicissimi se io esco dalla politica, sperano così di svegliarsi la mattina e non dover leggere i giornali di tutto il mondo pieni di attacchi contro di me, e poi sanno che io sono stanco». «Sono stanco - riprende dopo una lunga pausa in cui si sente finalmente lo sfinimento di questi giorni - di non riuscire a dettare la linea e di non poter fare la politica che vorrei. Sono più potente come libero cittadino che come presidente del Consiglio, stavo leggendo un libro sulle lettere di Mussolini a Claretta e lui ad un certo punto le dice: “Ma non capisci che io non conto niente, posso fare solo raccomandazioni”. Ecco io mi sono sentito nella stessa situazione».

Gli faccio notare le differenze del caso rispetto alla dittatura fascista, ma lui interrompe: «Certo, io non sono un dittatore anche se lo avete scritto per anni, ma quello che volevo dire è che i padri costituenti proprio per la paura che la storia si ripetesse hanno indebolito eccessivamente l’esecutivo. Ma io le chiedo: è capo del governo uno che non può far fare al ministro dell’Economia la politica economica in cui crede?».

Non potevamo non arrivare a Tremonti, almeno alla fine: «Il rapporto personale non è cattivo, a Cannes siamo stati perfino compagnoni, ma poi lui alla fine fa sempre quel cavolo che gli pare e a me resta solo da fare l’ordine del giorno del Consiglio dei ministri. Mi resta però una consolazione, quella di essere stato il premier più longevo della Storia». Lo interrompo per correggerlo, solo se fosse arrivato alla fine della legislatura avrebbe battuto Giovanni Giolitti: «Ma io intendevo della storia repubblicana». Sta zitto un attimo e conclude: «Questa di Giolitti non la sapevo: peccato, peccato davvero. Vabbé, buonanotte».

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“Le opposizioni giocano solo di rimessa”
Dai giornali di oggi, mercoledì 9 novembre

Corriere della Sera (Massimo Franco) - Rinvia il momento in cui lascerà Palazzo Chigi solo perché vuole farsi da parte dopo l'approvazione della legge di stabilità con le misure chieste dall'Europa. È un gesto di responsabilità apprezzabile … Meglio concordare … una serie di provvedimenti da sottoporre anche all'opposizione e dare un segnale di condivisione che plachi almeno per un po' gli speculatori. È l'unico tentativo serio per recuperare credibilità agli occhi di quel «partito internazionale» che, piaccia o no, «vota» … Fra l'altro, servirebbe anche a zittire i portavoce della Commissione europea che si permettono giudizi liquidatori sulle prospettive dell'Italia, come quelli espressi ieri da Olli Rehn a Bruxelles: a conferma che Berlusconi ormai è trattato come un comodo capro espiatorio. D'altronde, sebbene sul piano formale il premier non sia tenuto alle dimissioni … La volontà dichiarata di Napolitano di procedere a consultazioni dopo l'apertura della crisi di governo indica l'intenzione di non rinunciare a salvare la legislatura: sebbene sia forte l'impressione che i margini si stiano restringendo, corrosi dalle … dall'impotenza degli avversari del berlusconismo.

Il Tempo (Mario Sechi) - … Ora Berlusconi ha davanti a sé due strade: guidare la crisi o esser guidato dalla crisi ... Berlusconi può contare sulla regia attenta di Napolitano e sul fatto che l’opposizione ha mostrato di avere solo il «piano A» (costringerlo alle dimissioni) ma non ha neppure un’idea di «piano B» (che alternativa costruire dopo la sua uscita). Il Cav è salito sul Colle avendo cura di non indebolire la sua posizione … Tutto questo fa parte di un gioco trasparente in cui gli interessi del Paese vengono tutelati in un momento di straordinaria tensione sul nostro debito pubblico e la volontà popolare non viene calpestata. Un nuovo governo di centrodestra sembra improbabile e le larghe intese si sono già ristrette. Resta il voto ed è mille volte meglio del vuoto.

Il Foglio (Salvatore Merlo) - La scelta di Silvio Berlusconi ha mandato letteralmente nel panico il Pd e Pier Ferdinando Casini … Concordando tutto con il capo dello stato, il Cavaliere ha deciso di dimettersi ma solo dopo aver approvato la legge di stabilità e il maxiemendamento anticrisi: lancerà un messaggio alle opposizioni, parlerà alle Camere, cercherà una larga maggioranza e poi lascerà l’incarico...

La Nazione (Sandro Rogari) - … Le dimissioni immediate del governo avrebbero aperto un vuoto politico dalla durata incerta e impedito l’approvazione della legge di stabilità, la cui discussione era stata sospesa ieri al Senato … A queste condizioni, le opposizioni potranno restare sulle loro posizioni di principio, ma senza usare mezzi ostruzionistici. Almeno così è da auspicare, nell’interesse nazionale …

Il Sole 24 Ore (Stefano Folli) - Il riferimento alle elezioni del 2008 lascia intendere che il capo dello Stato non intende accreditare governi che rovescino gli equilibri del bipolarismo. In altri termini, nessun «ribaltone», secondo un tema caro al centrodestra …

La Stampa (La Jena) – Sinistra. Oddio, già ritocca a noi?

Corriere della Sera (Maria Teresa Meli) - Il leader del Pd sa che le opposizioni non sono ancora in grado di determinare il futuro e non esclude che alla fine si arrivi alle elezioni anticipate, perché riuscire a metter su,… un governo di responsabilità nazionale è impresa ardua … Le opposizioni, in questo momento, possono solo giocare di rimessa … Persino Massimo D’Alema non scommetterebbe sulle chance di un governo di responsabilità nazionale. Proprio lui che tanto si è speso per arrivare a questo obiettivo …

Italia Oggi (Sergio Soave) - Il dato fondamentale, comunque, è l'incertezza, che è duramente sanzionata dai mercati internazionali, e che difficilmente potrà essere superata in tempi ragionevolmente brevi. In Spagna, dove al presidente del governo è data la possibilità di sciogliere il Parlamento e indire elezioni, questa incertezza è stata evitata, ma la farraginosità del nostro sistema istituzionale, ancora una volta, rende contorto e lento il processo decisionale …

Il Messaggero (Oscar Giannino) - Il voto di ieri a Montecitorio è stato letto dai mercati come un aggravamento ulteriore dell’instabilità politica italiana, e della distanza da ciò che i mercati, Europa e Fondo Monetario ci chiedono per abbattere il debito pubblico più rapidamente che con il solo avanzo primario, per crescere di più, per mettere in ulteriore sicurezza spesa pubblica e pressione fiscale troppo alte per un’economia sana. Per questo abbiamo toccato quota 500 di spread tra Btp e Bund …

Libero (T.M.) – Alfano è visto come la soluzione in grado di ricompattare la maggioranza. Perché l’ex Guardasigilli … sarebbe in grado di riassorbire il dissenso dei “malpancisti” …