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mercoledì 18 luglio 2012

Tagesmutter, Bernazzoli cosa ne pensa della decisione della Regione?

Comunicato stampa 18/07/2012 Ci dica Presidente, ha forse ragione il suo assessore Mazzocchi a voler smantellare le Tagesmutter? Apprendiamo oggi dalle pagine della Gazzetta della decisione dell'assessore regionale  Marzocchi di escludere il servizio Tagesmutter dai servizi ricompresi nella proposta educativa della Regione Emilia Romagna certificandone di fatto l'incompatibilità con una proposta educativa "PUBBLICA" ; A differenza di quanto accade in altre Regioni come la Lombardia e, da anni, in Trentino Alto Adige e come accadra' in futuro in altre Regioni, tra cui la più allineata (alla parte politica dell'assessore) Umbria che stanno studiando con attenzione l'applicazione del Modello, in Emilia si decide che le Tagesmutter non hanno diritto di cittadinanza, non sono riconosciute come servizio pubblico e saranno sostituite, udite udite, da misteriosi "piccoli gruppi educativi". Il servizio Tagesmutter, ricordiamo, e' un esempio reale di sussidiarietà, in cui le mamme, accolgono nella propria abitazione altri bambini oltre ai propri garantendo un servizio flessibile; le tagesmutter non improvvisano questo, vengono formate con appositi corsi riconosciuti dalla Comunità Europea. Oggi, però, nel 2012, scopriamo che questo non basta; in Emilia per fare la mamma ci vuole la laurea. Forse sarebbe stato il caso che l'Assessore, oltre alle verifiche che dice di aver fatto, avesse fatto un giro a Parma o anche nella più "Rossa" Savignano sul Rubicone per chiedere a chi ha usufruito di questo servizio se ne sia stato contento; a giudicare dalle richieste azzardo di si. O se abbia avvertito l'esigenza che le mamme fossero laureate. E che tipo di spesa e risparmio, oltre che gradimento, abbiano comportato per gli Enti Locali che le hanno regolamentato, ma si sa, la storia è sempre quella: per la Sinistra cioè che viene dallo Stato è cosa buona, ciò che arriva dal privato fosse anche un gruppo di famiglie suscita sospetto e merita cavilli e regolamentazioni bizantine che hanno semplicemente lo scopo di soffocarne l'inizaitiva. Altro che sussidiarietà, altro che libertà di scelta, qui siamo ancora allo Stato padrone che decide cosa posso e non posso fare. Sempre. Anche a casa mia. E in merito sarebbe interessante conoscere l'opinione degli esponenti locali del Pd, in primis del Presidente della Provincia  che, fino a poche settimane fa, si è riempita la bocca di parole come sussidiarietà, anche davanti alle stesse Tagesmutter incontrate in campagna elettorale, a cui oggi uno dei più autorevoli esponenti del proprio partito dice praticamente che non hanno diritto di esistere. Ci dica, Presidente, la pensa come il suo Assessore o la pensa come la pensava 2 mesi fa, quando twittava che "tagesmutter, nidi aziendali ed altre esperienze vanno inserite in un disegno di accesso universalistico all'istruzione"? E invitiamo anche i consiglieri regionali locali, in primis quelli del PD, che in passato hanno riconosciuto la validità di questa esperienza (vedasi consigliere Ferrari), a battersi perché non vengo compiuto l'ennesimo attentato alla libertà di educazione in questa Regione. Simone Orlandini Consigliere Provinciale http://twitter.com/VBernazzoli/statuses/185114822814339073 http://www.istruzione.regione.umbria.it/mediacenter/FE/articoli/sperimentazione-dei-nidi-familiari-in-umbria.html

2 commenti:

  1. sarebbe ora che il signor Assessore scendesse dal pero marcio in cui si trova e cominciasse a guardare realmente i vantaggi di questo servizio (vantaggi anche per i comuni, data la spesa minore dalle loro tasche, poichè è tutto a carico delle associazioni) che non lascia nulla al caso, ma è ben strutturato, comprensivo di formazione e tirocinio, di servizi di assistenza pedagogica e psicologica sia alle famiglie che alle dade, progetto pedagogico personalizzato per ogni bambino, sicurezza...
    E invece no, piuttosto si riconosce un servizio come il babysitteraggio, dove le baby-sitter non sono ritenute a presentare competenze, esperienza, non danno affidabilità come in un contratto di lavoro, spesso la famiglia non sa nulla di loro se non al momento del rapporto di accudimento, che spesso è piuttosto discutibile (molte "parcheggiano" i bambini davanti a tv, compiuter, videogiochi...).
    Le Tagesmutter, o operatrici per l'infanzia, hanno invece un progetto pedagogico che rivolgono sia al bambino, sia alla famiglia, seguìto e supportato dalla coordinatrice gestionale, dalla pedagogista e, dove necessita, dalla psicologa; quando sono in servizio si occupano esclusivamente dei bambini che hanno in affidamento, senza trascurarli minimamente e senza lasciare nulla al caso: ogni attività è pensata al piccolo gruppo con cui la dada lavora, alle loro esigenze, alle loro peculiarità, stimolandoli nella conquista di libertà, autonomia e responsabilità (il tutto ovviamente adeguato all'età di ogni singolo bambino). Utopia? NO, invece, grazie al modello Tagesmutter tutto questo è diventato realtà a Parma, Reggio Emilia, Modena, Savignano e presto anche a Bologna e a Ravenna.
    Signor Assessore, prima di dare un no definitivo, le consiglierei vivamente di avere vari colloqui con molte delle famiglie che hanno conosciuto questo servizio, vedrà che comprenderà di essere sul percorso sbagliato.
    Saluti,
    una Tages

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  2. Noi crediamo fermamente che il nostro progetto TAGESMUTTER sia buono e un'ottima risorsa per la nostra città. Siamo donne, quasi tutte madri, che facciamo consapevolmente una scelta educativa per i nostri figli e contemporaneamente per i figli delle persone che ci affidano nominalmente i loro figli. Scegliamo di lavorare in casa, di occuparci dei nostri figli e nello stesso modo ci occupiamo di quelli che ci vengono affidati. Le nostre case seguono dei parametri stabiliti di sicurezza e igiene che il Comune verifica. Lavoriamo attraverso un ente non profit che ci sostiene con l'aiuto di professionisti qualificati: pedagogista, psicologo, pediatra. Stabiliamo termini e durata dei rapporti attraverso un regolare contratto e il nostro reddito è soggetto a regolare tassazione perchè nel nostro statuto, tra l'altro, dichiariamo di non voler lavorare in nero. Aiutiamo le altre madri a sostenere il carico del proprio lavoro spesso difficilmente gestibile con bambini piccoli attraverso i servizi tradizionali: non a caso si rivolgono a noi infermiere e medici, commesse, operaie, turniste in genere, straniere che non hanno una rete parentale. Teniamo i loro bambini, insieme ai nostri, anche di sera, di notte, al sabato e alla domenica. Esiste un servizio tradizionale che può farlo? A noi si affidano soprattutto le madri che devono lasciare i propri bambini piccolissimi quando tornano a lavorare: il contesto di piccolissimo gruppo e l'accoglienza in una casa dove vive una famiglia con i propri bambini, è l'ambiente favorevole dove poter lasciare per più ore un neonato di pochissimi mesi: da noi i bambini si ammalano molto meno e sono meno stressati, chissà perchè. Indipendentemente dai dibattiti e dalle strumentalizzazioni politiche che inevitabilmente si vengono e si verranno a creare noi ci auguriamo che il nostro lavoro sia considerato per il suo alto valore sociale, il suo indiscutibile carattere di sussidiarietà, la sua validità data da un percorso nato dal basso cioè da una risposta adeguata ad un bisogno sociale a cui il servizio pubblico per sua natura non può rispondere. Il servizio tagesmutter è nato in SVEZIA nel 1969 ed è in quella realtà ancora il principale punto di riferimento per migliaia di famiglie: in Italia, più di quarant'anni dopo, alcuni ottusi politici nostrani fanno fatica ad accettare che anche qui, terra dei migliori sistemi scolastici ed educativi, esistiamo anche noi.
    Infine vorrei esprimere a nome mio e di tutte le mie colleghe, madri e donne emiliane, un GRAZIE sentito a tutti coloro che, prima di schierarsi da una parte o dall'altra, ci vorranno conoscere di persona, vorranno venire a VEDERE NELLE NOSTRE CASE il nostro lavoro, le nostre famiglie, i nostri bambini.

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