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mercoledì 19 ottobre 2011



Orlandini: Il PDL deve andare avanti


Il nostro partito, per poter mantenere ed aumentare il consenso acquisito, dovrà saper valorizzare le differenze che abbiamo al nostro interno, non un appiattimento coercitivo delle posizioni, ma una “normale”dialettica interna che consenta di non far sentire escluso nessuno.
Confronto profondo nel partito e sul partito, compattezza e collaborazione nelle campagne elettorali. Come dice il segretario Angelino Alfano è fondamentale la partecipazione dal basso, gli eletti ed i militanti devono sentirsi parte integrante dell’attività politica e decisionale del partito, non più un partito che cala solamente decisioni dall’alto, ma un partito in cui vi è un serio confronto interno e in cui le minoranze sono tutelate.


Io ritengo che la classe politica rispecchi in toto la società in cui viviamo, oggi più che un tempo, per questo non mi scandalizzo per quello che purtroppo vedo troppo spesso sui giornali, ma mi arrabbio perché mi rendo conto che il sistema riesce difficilmente a crearsi autonomamente gli anticorpi per prevenire certe situazioni. Quello che stiamo vedendo a Parma deve far riflettere, in pochi mesi siamo passati da città modello a città da “evitare” ed ignorare, specialmente da parte dei politici nazionali; siamo stati capaci di fare grandi cose per quattordici anni, ma anche di lasciare che qualcuno vanificasse il lavoro di tanti trascinando nel fango la nostra città.
Non mi accontento di rimarcare di aver ereditato una città famosa per la tangenziale con i semafori e con il centro storico che nelle ore notturne non era certo un posto per famiglie; faccio una constatazione molto più pratica ed efficace, quasi scientifica, proviamo ad andare nelle città vicine e confrontiamo i servizi e le infrastrutture, nessuna raggiunge i livelli di Parma, come certificato dalle ultime statistiche pubblicate in materia di servizi e ambiente e sono certo che la gente di Parma sia in grado di cogliere queste eccellenze e non voglia tornare indietro.
Ma sono altrettanto certo spetti a noi popolo del centro destra oltre che mettere in evidenza questi risultati positivi, avere il coraggio e l’umiltà fare il “mea culpa” su quello che non siamo riusciti a fare, e mi riferisco sopratutto ad una adeguata strategia di controllo sull’operato degli amministratori, in un ottica di meritocrazia e valorizzazione del capitale umano.
Questo secondo me rimane il tema vero, le persone, il valore delle persone. E rimane anche la grande differenza che ci separa dal centro sinistra, che ancora mette al centro della propria azione uno stato antisussidiario che viene prima delle persone.
Per questo, con il congresso Provinciale che il Popolo della Libertà si sta preparando a celebrare, il PDL dovrà mettere in campo una nuova classe dirigente all’altezza dell’arduo compito di ridare la giusta credibilità a tutta la compagine di centro destra che legittimamente si ricandida a governare la città.
Il 31 ottobre si chiude il termine per il tesseramento al partito, un tesseramento che si manifesta estremamente difficoltoso a causa della sfiducia della gente nella politica, ma che proprio per questo ci richiama ancora di più a testimoniare le ragioni di un impegno politico.
Solo un reale desiderio di cambiamento e di miglioramento del nostro paese lontano dagli interessi personali può coinvolgere persone nuove, e soprattutto ricreare quel clima di entusiasmo “nel fare politica” che nel 1994 ha consentito al centro destra di svoltare e di diventare una forza moderata europea nel solco della tradizione dei grandi partiti popolari.

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