Cerca nel blog

sabato 28 gennaio 2012

Mozione Progetto Parma

CONGRESSO PROVINCIALE PDL 4 FEBBRAIO 2012

_MOZIONE “PROGETTO PARMA”


L’Estate 2011 è stata sicuramente la più lunga e faticosa per la città di Parma e anche, in un certo senso per l’Italia; e ancora oggi sia a Parma e nel Paese tutti, e in primis il centrodestra, sono impegnati a ricostruire sé stessi, guardando con attenzione e preoccupazione alle iniziative del Governo tecnico nazionale e al Commissario in opera a Parma. Situazioni che presentano non pochi parallelismi, tra cui uno si sta imponendo con forza: la mancanza della politica.
Ebbene, nei mesi travagliati dell’estate 2011 c’è stato un passaggio, un evento, una novità che non ha potuto che risvegliare la speranza in un contesto veramente impegnativo.
Si tratta della scelta di Silvio Berlusconi di affidare il Popolo della Libertà alla conduzione e alla passione di Angelino Alfano, che ha impresso da subito una decisa azione di rilancio del partito.
Nel suo discorso di insediamento abbiamo sentito risuonare parole che nel Pdl sembravano definitivamente perse: meritocrazia, talento, competenza, sana competizione, partecipazione popolare, onestà. Soprattutto onestà.
Non che queste parole non facessero parte del nostro dna e di chi ha fatto parte per 18 anni della lunga storia di Forza Italia-An-Pdl, ma era come se, impegnati nell’azione di Governo, sia a livello nazionale che nelle singole amministrazioni locali, si fosse persa la consapevolezza e l’orgoglio della grande sfida di libertà che Silvio Berlusconi aveva lanciato in una sera d’inizio inverno del 1993.
E questa “distrazione” aveva trasformato il partito non nel mezzo per raggiungere lo scopo indicato da Berlusconi, ma nel fine ultimo dell’azione politica. Raggiungere ed utilizzare il partito per guadagnare delle rendite di posizione politica, dei posti al sole da cui fare e disfare alleanze locali, creare e far cadere giunte, occupare posti di prestigio che in definitiva di prestigio non dovrebbero essere. Anzi, dovrebbero essere ancora più di altri posti di “responsabilità” al servizio del Bene Comune.
Gli effetti di questo allontanamento dal dettato iniziale di Berlusconi risultavano visibili ad ogni livello: il grande entusiasmo del 1994 con tanti simpatizzanti in campo si era trasformato in uno stanco coinvolgimento elettorale e poco più. Si erano via via eliminati tutti i luoghi di dialogo politico, di confronto, anche di scontro costruttivo, in nome di una pseudo leggerezza del partito. Pochi uomini calati dall’alto ebbero in mano le chiavi del movimento, a livello provinciale come a livello regionale, determinando lo svuotamento di ogni potere in capo ai coordinamenti provinciali (che ormai vengono convocati in casi rarissimi), scelte elettorali di natura personale, sia in termini di alleanze, sia in termini di candidature. Tutto ciò con il rischio di una mutazione della nostra missione, trasformatasi in corso d’opera nel perseguimento anche di interessi personali e personalistici estranei al Partito, alla Città e alla Provincia.
In un concetto, siamo giunti alla disaffezione totale del nostro elettorato. Prova ne sia che, prima del 2011, i tesserati avevano raggiunto dei numeri minimi. Bastava tenere un minimo di contatto con i nostri simpatizzanti per percepire la rassegnazione rispetto ad un movimento-partito che non riusciva a garantire quel coinvolgimento popolare promesso dalla svolta liberale posta a fondamento del Pdl.

Stavamo assistendo alla negazione dell’intuizione di Silvio Berlusconi.
Questo scollamento, che per la verità è comune a quasi tutte le parti politiche, è stato una componente fondamentale di quel diffuso sentimento di anti politica che si percepisce a tutti i livelli e che non può che preoccupare tutti noi.
Come è evidente dal modesto operato dei Governi tecnici nazionali e locali, oggi più che mai c’è invece bisogno di politica: Buona Politica, politica al servizio del Bene Comune.
Ecco perché nel luglio 2011 ha riacceso una speranza sopita da tempo sentire il neo Segretario Alfano rilanciare il coinvolgimento popolare nel partito, la sana competizione per accedere alle cariche interne, fino ad arrivare allo strumento delle primarie per scegliere i candidati.
E’ così che tantissimi amici, amministratori, simpatizzanti, vecchi tesserati di Forza Italia, An e degli altri partiti fondatori del Pdl si sono risvegliati, o meglio hanno risvegliato l’entusiasmo, decidendo di credere a questa sfida, di dare credito ancora una volta a Silvio Berlusconi e quindi ad Angelino Alfano. Certi di non essere traditi.
E non siamo stati traditi, sono state rispettate tutte le scadenze dal tesseramento alla definizione delle regole dei Congressi fino ad arrivare alla fissazione per il 4 Febbraio 2012 dell’atteso Congresso Provinciale di Parma.
Atteso, sì, perché il successo del tesseramento è sotto gli occhi di tutti.
Solo in provincia di Parma siamo balzati da poche decine di iscritti a circa 3.000 persone con nomi, cognomi, storie, professionalità importanti. Uomini e donne desiderosi di pesare in prima persona nella scelta dei loro delegati e di mettersi al servizio prima del partito, poi della città, e in futuro, perché no, della nazione come bene ha detto il Segretario Alfano nel suo discorso di insediamento.
Tanti iscritti c’hanno chiesto di potersi assumere un impegno in prima persona per contribuire, da subito, alla direzione del Partito a livello provinciale, consci che non è possibile restare fermi a fissare ammirati quanto fatto in questi 3 anni.
Oggi è il tempo della svolta vera, di un cambiamento che spalanchi le finestre e faccia entrare aria fresca e nuova nel Pdl parmense.
Da tutto ciò nasce questa mozione e si rafforza la volontà delle persone che hanno deciso di portarla a Congresso.
Siamo iscritti con storie tanto diverse ma unite in un unico intento: candidarsi alla guida del Pdl locale, NON CONTRO QUALCUNO, MA PER DARE VOCE AD UNA FORTE RICHIESTA DI INNOVAZIONE E PARTECIPAZIONE.

LE PAROLE CHIAVE PER IL PDL NAZIONALE
Chi si vuole candidare alla guida di un partito, anche a livello locale, deve aver ben chiaro quali sono i contenuti ed i principi cardine del partito stesso. Soprattutto deve essere sul territorio baluardo e testimonianza di tali valori, sia davanti ai nostri associati che a tutti i cittadini.
Vale la pena ricordare, tanto più ora che stiamo per celebrare il Congresso, da dove anche noi, come l’Onorevole Alfano, vogliamo ripartire, quali sono le parole chiave che dovranno ispirare il nostro agire se saremo chiamati alla guida del partito e che ci differenziano, in modo marcato, da tutta la Sinistra che oggi si camuffa, tardivamente, da moderata pur non avendone né la cultura né la credibilità.

VITA E FAMIGLIA
In primis ogni azione politica deve essere ispirata dal rispetto della vita, dal concepimento alla morte; pur venendo da tante esperienze diverse, tutti all’interno del nostro partito “pensano che la vita qualcuno la da e qualcuno la toglie, e che quel qualcuno non è il Parlamento”.
Il nostro è un partito che riconosce la famiglia fondata sul matrimonio (civile o religioso) tra uomo e donna come base della convivenza civile, come centro e destinatario primo di tutta la legislazione sociale.
In questa direzione sono andate tante Leggi volute dai Governi Berlusconi e in questa stessa ottica è stata lanciata la grande novità del “Quoziente Familiare” adottata anche dall’Amministrazione di centrodestra di Parma negli ultimi anni e che ci auguriamo possa essere esteso a tutte le amministrazioni locali e su base nazionale in un futuro il più prossimo possibile.

CENTRALITA’ DELLA PERSONA E SUSSIDIARIETA’
Riteniamo che i diritti nascano dalla persona e non dallo Stato e questa è la grandissima differenza con tutta quella Sinistra che era e rimane statalista e centralista. Pertanto non è lo Stato (o l’amministrazione pubblica in generale) legittimato ad erogare servizi nel campo sociale, dell’educazione, della cultura, dell’ambiente, ecc. Sono, invece, i cittadini, le persone, le Associazioni, i corpi sociali in primo luogo e, in forma sussidiaria ad esse, l’Amministrazione pubblica che svolge un importante ruolo di controllo e di argine, senza pretendere di sostituirsi al cittadino soffocandone la libertà di iniziativa. Lo ribadiamo con forza: per questo siamo per la libertà di scelta in tema di educazione e di servizi sociali.

LIBERTA’ DI IMPRESA
Siamo da sempre per la libertà d’impresa, intesa come possibilità per chi lo desidera di rischiare risorse mettendo in campo talento, inventiva, capacità per creare ricchezza, occupazione, sviluppo per sé e per tutti. Siamo, infatti, consapevoli che questa è la matrice della grande storia nazionale degli ultimi 150 anni. Non siamo ossessionati dalla ricchezza personale come lo è la Sinistra italiana che propone patrimoniali o tasse ad ogni angolo di strada facendo fuggire all’estero gli investitori o, peggio, costringendo i nostri imprenditori, soprattutto i più giovani, a rinunciare al proprio sogno.
Noi, al contrario, saremo sempre contro una burocrazia asfissiante – che fa perdere tempo e soldi all’imprenditore – e contro un fisco invasivo che entra pesantemente nelle case dei cittadini violandone la privacy. Per essere chiari, non ci piacciono le operazioni “Cortina”, i controlli spettacolari che hanno il solo scopo di creare divisioni ed un clima di “caccia alle streghe” senza produrre nessun risultato concreto.
Invece, vogliamo una lotta all’evasione fatta da Bolzano a Lampedusa con regole e strumenti certi. Il cittadino non può e non deve avere paura dello Stato.

BIPOLARISMO
Abbiamo ancora negli occhi le scene incomprensibili dell’abbandono di Fini che ha minato irreparabilmente il Governo Berlusconi, impegnandolo per un anno nella ricerca estenuante di voti in Parlamento per difendersi da una inspiegabile guerriglia suicida.
Noi siamo e restiamo “bipolaristi ad oltranza”.
La grande novità introdotta da Silvio Berlusconi nella politica italiana è stata proprio questa: si chiede il voto ai cittadini su proposte elettorali chiare, su un programma chiaro, per un candidato espresso in modo chiaro e se viene a mancare la maggioranza si va a casa e si torna a votare. I tempi dei ribaltoni e degli inciuci si spera siano finiti per sempre.

ONESTÀ
Questa è una parola che sembrerebbe scontata e davanti alla quale, in politica, tutti non possono che dirsi d’accordo. Ma purtroppo per il nostro partito, e non solo per il nostro, negli ultimi anni siamo stati testimoni di fatti dolorosi, dimostrando una gigantesca sottovalutazione del fenomeno della corruzione. Pertanto occorre sviluppare rinforzare anticorpi moltiplicando i controlli anche interni sull’azione politica ed amministrativa dei singoli, pur non staccandoci mai da quel garantismo vero che dice e crede che una persona sia innocente fino al terzo grado di giudizio.
È stato lo stesso Alfano a richiamare la necessità di un “Partito degli Onesti” e l’ingresso di tante persone nuove nella dirigenza del partito a tutti i livelli non potrà che aiutare in questo senso, anche responsabilizzandoci.
Bisogna ritrovare l’orgoglio ed il piacere di fare politica per il Bene Comune e non per un interesse personale, in qualche caso non lecito.



PARTECIPAZIONE POPOLARE
L’ultima parola chiave, forse la più delicata di tutte, noi la individuiamo in “Partecipazione Popolare”. Nel solco dei grandi partiti popolari del secolo scorso che i cittadini riconoscevano in modo immediato come centri di formazione del giudizio politico e non solo, come bussole della propria visione della società, dei posti anche fisici dove poter esprimere idee, confrontarsi, eleggere i propri rappresentanti, scegliere di impegnarsi in modo diretto, pur mantenendo la propria vita, il proprio lavoro, i propri contatti. Perché partecipazione popolare significa anche NO ALLA POLITICA COME PROFESSIONE E UN DECISO SÌ ALLA POLITICA COME STRUMENTO AL SERVIZIO DELLA COLLETTIVITÀ. Ciò è possibile solo in un luogo dove ognuno è chiamato a dare il proprio contributo e poi, in determinati e limitati periodi storici della propria esistenza, si rende disponibile ad essere candidato ed eletto per promuovere le azioni e le istanze di tutti in ossequio e nel rispetto del comune pensiero politico.
NO A DELEGHE IN BIANCO. All’interno di una comunità politica chi viene eletto risponde solo e soltanto al corpo elettorale e, finito il proprio compito, torna ad essere un libero cittadino, sfuggendo alla logica da primus inter pares che ha visto, invece, tanti politici passare da una poltrona all’altra o, peggio, occuparne più di una contemporaneamente. Anche su questo Alfano è stato molto chiaro, rivendicando con efficace ironia il “principio anatomico” del corpo umano, fatto per stare seduto su una sola sedia.
Non stiamo parlando di sofisticazioni politiche ma di concetti basilari che dovremo declinare ogni giorno nel governo del Paese e delle comunità locali. Come? Lo faremo attraverso la nuova classe dirigente che intendiamo promuovere con questo grande progetto di ricostruzione delle fondamenta di un partito che dovrà reggere l’urto dei prossimi, durissimi, anni.
Parlando di “fondamenta”, intendiamo i coordinamenti provinciali e comunali, ovvero i nostri parlamentini fino ad oggi inspiegabilmente marginalizzati invece di essere promossi come strumento di crescita comune e azione democratica.
Candidandoci alla guida del Pdl per i prossimi anni dobbiamo muovere da una disamina critica di come il Pdl sia stata gestito nell’ultimo triennio in provincia di Parma.
Non si tratta di una caccia alle responsabilità personali ma semplicemente di una modalità diversa e nuova di gestione del partito ispirata da alcuni concetti lineari che intendiamo porre alla base della nostra azione.

LE PAROLE CHIAVE PER IL PDL PARMIGIANO:
SCELTE CONDIVISE
Troppo spesso negli ultimi anni il Pdl parmense è stato caratterizzato dalla tentazione leaderistica e dalla pratica “dell’uomo solo al comando”, una figura tanto romantica nello sport quanto dannosa in politica, concretizzata dall’agire di un dominus onnipresente, onnisciente e, ci si permetta il neologismo, onnidecidente: l’interpretazione del Segretario Provinciale che funge da “capo” del partito non fa e non farà parte della nostra visione della politica.
Noi siamo costruttori di una concezione del partito pienamente democratica, in grado di attribuire compiti ben definiti ad un organo snello come il Coordinamento Provinciale. Questo è il luogo primario della partecipazione alla vita del partito, all’interno del quale il Segretario Provinciale si occuperà di portare a sintesi la pluralità delle posizioni, traendone le indicazioni su come rappresentare il partito all’esterno.
Proponiamo un Coordinamento dove sia ben accetto il confronto ampio, leale, aperto, deciso, ma che alla fine produca una sintesi delle posizioni e non la riproposizione dello schema vincitori-vinti come è successo troppo spesso in questi anni. Anni durante i quali abbiamo assistito all’emarginazione di chi non ha condiviso o ha criticato alcune scelte pregnanti della dirigenza. Siamo pienamente convinti che la diversità di posizioni sia una ricchezza e non un impiccio.
A fronte dell’attuale Coordinamento Provinciale che non è stato riunito da almeno 4 mesi, noi proponiamo la calendarizzazione a cadenza mensile del Coordinamento.

RADICAMENTO TERRITORIALE
Occorre rivitalizzare i coordinamenti comunali sostenendo e rispettando le diverse realtà territoriali, a partire dalla formazione delle liste e delle alleanze elettorali, delle strategie nei Consigli comunali e nel coordinamento per le decisioni che riguardino più enti locali. Si pensi ad esempio allo scottante tema della gestione dei rifiuti che chiama in causa più comuni e, per il quale, in questo momento, non esiste una strategia condivisa che passi attraverso i nostri amministratori e consiglieri d’opposizione. Non è pensabile che i candidati sindaci dei comuni, i candidati consiglieri, financo le alleanze siano decise centralmente e calate dall’alto in barba alle legittime aspettative di chi rappresenta e costruisce ogni giorno il nostro partito sui territori. Questo modo d’agire ha favorito sovente fuoriuscite in liste pseudo civiche che ci hanno impedito di conquistare tante amministrazioni o che hanno fatto cadere e/o messo in difficoltà Giunte appena costituite.

FORMAZIONE
Bisogna ritrovare il piacere di trasferire e di “spiegare” la politica ai più giovani o semplicemente ai non addetti ai lavori che oggi vedono l’impegno per la polis come un mondo totalmente staccato dalla quotidianità. Questo perché della politica non ne capiscono il linguaggio e non ne condividono i tempi. Vogliamo che il delegato alla formazione che farà parte del Coordinamento Provinciale si occupi di organizzare “scuole” in cui ripercorrere dalle origini i fondamentali della scienza politica. Chiudiamo una volta per tutte la stagione dei “dilettanti allo sbaraglio” e favoriamo la crescita di più persone preparate e attente: le stesse cui affidare posizioni di responsabilità lungo il percorso di creazione “del partito del merito e del talento”, come auspica autorevolmente il nostro Segretario nazionale.

ORGOGLIO DI UN’APPARTENENZA
Siamo consapevoli i fatti accaduti negli ultimi mesi a Parma ed in Italia abbiano montato la difficoltà anche solo nel riconoscersi pubblicamente come appartenenti al Popolo della Libertà, a rivendicare la scelta moderata di aderire al Movimento creato da Silvio Berlusconi.
Bene, vogliamo che i nostri associati tornino a sentirsi orgogliosi di questa scelta, ritrovando tutto l’entusiasmo e l’orgoglio di professare liberamente la propria fede politica.
Ecco perché diventa ancora più importante che i nostri iscritti colgano nell’imminente Congresso l’occasione di sentirsi motore e anima di un nuovo grande progetto che guarda senza sentimenti penitenti sfide elettorali di quest’anno e del 2013.

LA NOSTRA VISIONE DEL RUOLO DEL PDL NEL FUTURO DI PARMA E PROVINCIA
E’ per questi motivi, quindi, che abbiamo deciso di esserci. Per dare il nostro contributo alla crescita di un partito equilibrato, presente, radicato sul territorio, rappresentativo delle idee di tanta gente che nel Pdl ripone fiducia e nei confronti del quale nutre legittime aspettative.
Viviamo in un territorio che per anni è stato considerato uno dei più interessanti, se non il più interessante in assoluto, fra i laboratori politici dell’intero panorama nazionale.
Ebbene, questo laboratorio lo vogliamo riaprire per riportare il Pdl ad essere protagonista delle scelte politiche ed amministrative che toccano tutta la nostra provincia.
Infatti ci attendono, imminenti, sfide di grande stimolo:
- Dopo la conclusione dell’esperienza Vignali, le elezioni di maggio in programma a Parma rendono necessarie alleanze da reinventare e/o ricostruire. Tutto ciò sapendo che le tristi vicende degli ultimi mesi non intaccano né appannano la qualità dell’impegno e la credibilità di gran parte dei nostri amministratori.
- Il confronto serrato su modelli amministrativi periferici che richiedono presenza, assiduità ed equilibrio, oltreché creatività e spirito di sacrificio.
- La individuazione di nuove progettualità per lo sviluppo economico di un territorio “in blocco” ormai troppo tempo.
- La proposizione di nuove, stimolanti, forme di aggregazione e partecipazione dei cittadini per il governo del territorio.
- L’ambiziosa reintroduzione, nel lessico politico ordinario del nostro elettorato, dei concetti di “idee” di “ideazione”, di “dignità e gratuità dell’impegno”.
- La necessità di una rinnovata ed equilibrata dialettica con le altre forze moderate che occupano la scena politica del nostro territorio. Forze oggetto di intelligente integrazione e con le quali non possiamo non rapportarci, pur nel rispetto delle diverse specificità e di idealità non sempre condivisibili.

***§***

Ebbene. Alle sfide di cui sopra noi intendiamo partecipare come protagonisti, certi della potenza delle idee che il Pdl è in grado di sprigionare e consapevoli che la forza dei molti non può essere vilipesa e calpestata per le debolezze di pochi.
E’ una sfida per la nostra città e per i nostri paesi che vogliamo vincere ora e per il futuro.



Il candidato segretario provinciale
Paolo Paglia

Il candidato vicario
Michele Rainieri

Nessun commento:

Posta un commento