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lunedì 5 dicembre 2011

Manovra Monti, e adesso?

 
La manovra è sicuramente dolorosa, il cuore di Monti gronda sangue, e a parte la cgil nessuno minaccia di scatenare la piazza,  questo è positivo. Attendendo il passaggio in Parlamento, e le modifiche che verosimilmente verranno apportate per giudicarla nel dettaglio, rifletto sul fatto che si tratta di una manovra di sole tasse, per le misure sullo sviluppo a quanto pare c'è tempo....... Questo non va bene, come ricordava l'editoriale del direttore del Sole 24 Ore "Fate Presto!". Si parla di tagli alla politica, ridurre la giunta e i consigli Provinciali? No grazie, o eliminiamo questa istituzione oppure non possiamo lasciare, stando alla modifica proposta che tre o quattro persone dispongano di centinaia di milioni di euro così, con un controllo estremamente blando e poco efficace, mi sembra una misura per dare quel contentino alla gente che acclama i tagli e che però nel dettaglio favorisce l'esatto contrario. Delle società partecipate dello Stato e degli enti locali non si parla?  Continuamo quindi a veder girare maxi consulenze che, alcune delle quali, non servono praticamente a nulla? Devono essere collocati 193 miliardi di euro di titoli di stato nei prossimi mesi, e mi rendo conto che senza un Governo insediato rischieremmo di collocarne solo una minima parte, vedi cosa è successo alla Germania e quindi mi bevo il Governo Monti come se lo beve il mio partito, l'interesse Nazionale è, e deve essere la prima cosa. L'importante è che l'interesse nazionale non si trasformi nell'interesse di una casta che come per magia si trova nella stanza dei bottoni e può disporre indistintamente di tutto. La frase poi con cui Monti dice che il problema dell'Euro è l'Italia non mi è proprio piaciuta, sono favorevole tutt'oggi alla permanenza dell'Italia nalla zona euro, però critico ancora oggi le condizioni con cui siamo entrati, ci veniva detto "Dobbiamo entrare nell'Euro altrimenti il paese salta", Bene, mi va bene che siamo entrati. Oggi siamo nell'euro e ci viene detto "dovete reinventarvi l'Italia altrimenti il paese salta e si trascina tutto il vecchio continente". I casi sono due, o qualcuno ci ha preso in giro quando siamo entrati nell'euro nel senso che non vi era tutta quell'urgenza e quella fretta per partire con la moneta nuova anche se i paesi non erano pronti,  e siamo entrati con condizioni da strozzino e mi riferisco al cambio, oppure oggi qualcuno, Francia e Germania in particolarmodo ci vogliono mettere i piedi in testa, e questo mi sembra più probabile, e ci ripropongono la stessa frase "pagate o altrimenti saltate".
Ricordo che analizzando il debito aggregato Stato-Famiglie, non siamo il fanalino di coda dell'Europa....
 
Ma capiamo meglio cosè il debito aggregato con questo articolo di Marco Fortis, docente alla Cattolica di Milano, l'articolo è di un'anno fa circa.
lL fatto che, nelle discussioni pò
litiche e tecniche sul nuovo Patto di stabilità, abbia fatto breceia l'idea italiana di tener conto anche dell'indebitamento privato nel- ITALIA
la valutazione della situazione finanz i a r ia complessiva dei Paesi
membri è positivo per due ragioni. 
La prima ragione è che questa crisi globale non è nata dai debiti pub- 
blici (a parte il caso Grecia) ma dai  debiti privati che si sono rivelati letali per i bilanci di famiglie, impre-
se e banche, con queste ultime che
ora devono essere salvate a colpi di
debito pubblico (in Irlanda, il deh-
cit/Pil  annuo potrebbe lievitare oltre il 30%). D'ora in poi è bene vigilare anche sui debiti privati e non
solo su quelli pubblici.
La seconda ragione è che l'Italia
possiede uno storico debito pubblico elevato, essa ha invece un debito privato molto basso. Ciò non significa che l'Italia possa prendere sotto gamba il suo imponente debito statale, che va drasticamente ridotto con tagli severi alla spesa pubblica improduttiva. Ma
ciò che distingue nettamente l'Italia da Portogallo, Irlanda, Grecia
e Spagna (i Pigs) è la nostra migliore contabilità finanziaria aggregata, che si fonda su uno straordinario patrimonio finanziario netto delle famiglie che nessuno dei Pigs possiede: le famiglie di quei
Paesi sono molto indebitate e si è ridotto il valore dei loro asset finanziari dopo lo scoppio della «bolla». Averlo fatto capire a Bruxelles e ai mercati internazionali (che ora guardano all'Italia in modo differente) è un indiscutibile merito di Giulio Tremonti.
A qualcuno, anche in Italia, l'idea del debito aggregato sembra
ancora oggi un abile artifizio inventato dal governo italiano per far
apparire la situazione del nostro Paese migliore di quella reale. AlI RISPARMIO FAMIGLIE
I DEBITO AZIENDE NON FINANZIARIE
FONTE CITIGROUP GLOBAL  M A R K ER
l'estero sembrano essere i tedeschi i più convinti di ciò, come si
evince anche da un articolo della Frankfurter Allgemeine Zeitung
(Faz) del 22 ottobre scorso intitolato «Interpretazioni italiane del Patto di stabilità». Ma la Faz farebbe bene a riflettere sul debito pubblico tedesco. Secondo i dati della Direzione affari economici e monetari della Commissione europea, nel 2008-09 ha raggiunto in valore assoluto quello italiano e nel 2011 potrebbe essere di un centinaio di miliardi superiore a quello italiano. Ciò che rende il debito
pubblico tedesco ufficialmente più sopportabile è il suo rapporto
sul Pil, pari nel 2009 al 73,4% (116% in Italia). Ma i fatti ci stanno
dicendo che non c'è indicatore più stupido del rapporto debito pubblico/Pil per capire se un Paese ha una situazione finanziaria sostenibile. Prova ne è che nel 2009 il rapporto debito pubblico/Pil
dell'Irlanda era 9 punti migliore di quello tedesco, mentre quello
spagnolo era migliore di 20 punti e
quello portoghese solo di 3 punti
peggiore di quello di Berlino. Eppure i mercati stanno punendo Irlanda, Spagna e Portogallo!
La realtà è che i mercati già da
tempo hanno capito che i debiti sovrani più pericolosi sono quelli dei
Paesi che hanno i più alti debiti aggregati. La Banca di Francia pubblica da un  anno un rapporto trimestrale sul debito aggregato dei
principali Paesi. E il McKinsey Global Institute ha pubblicato nel gennaio 2010 uno studio sul debito aggregato a cui The Economist ha dedicato la copertina del 24 agosto.
Ma come è possibile mettere assieme debiti privati e debiti pubblici, come pretende di fare Tremonti?
La risposta gliela fornisce un importante studio di Citigroup Global Markets del 14 ottobre scorso,
in cui viene presentata per la prima
vota una raffinata metodologia per
conteggiare i debiti aggregati finanziari netti di famiglie, imprese e governi (come somma di tutte le rispettive attività e passività, escludendo le azioni). Il debito italiano
in percentuale del Pil è molto simile a quello tedesco e francese e di
gran lunga inferiore a quelli di Portogallo, Grecia, Spagna e Irlanda
(con i conti finanziari dì quest'ultima che peggioreranno ulteriormente nel 2011).
Con questo non ho intenzione di mettermi a fare l'economista, però credo nel Mio Paese, credo che l'Italia sia una Nazione importante che non deve ricevere lezioni da nessuno,  SOPPRATTUTTO MORALI,  dovrà semmai confrontarsi ALLA PARI CON GLI ALTRI, se qualcuno non è riuscito a conquistarci qualche decina di anni fa, non pensi certo di farlo ora con "Armi finanziarie". Vorrei essere certo che il Presidente Monti non si "Prodizzi" e mi riferisco all'ingresso all'euro, e si dimentichi di essere italiano

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