Cerca nel blog

giovedì 8 luglio 2010

Grave crisi del settore Termale

Parma, 18 Gennaio 2010 Spett.le

Presidente del Consiglio
Provinciale di Parma
Dr. Meuccio Berselli

Giunta Provinciale
di Parma




ORDINE DEL GIORNO


Oggetto: La grave crisi del comparto termale di Salsomaggiore Terme e Tabiano.


Considerato

che nel 2008 è stato presentato un piano industriale che, a detta dei soci (Comune , Provincia e Regione), avrebbe dovuto concretizzare il rilancio delle Terme. In realtà il piano aveva come oggetto principale la fusione delle aziende termali di Salsomaggiore e Tabiano.

che con questa operazione le Terme di Tabiano sono scomparse giuridicamente per essere state incorporate in quelle di Salso, il cui consistente patrimonio è stato peraltro depauperato e utilizzato come garanzia presso le banche per far fronte all'indebitamento di entrambe le aziende.

che in sostanza si è rivelata un'operazione mirata solo a tranquillizzare le banche, senza che il piano industriale prevedesse azioni davvero strategiche per il risanamento e lo sviluppo del settore.

che se a fronte dei finanziamenti ricevuti dalle Banche, la società non è in grado di generare una concreta capacità di rimborso degli stessi, la inevitabile conseguenza sarà la perdita dell’intero patrimonio immobiliare già ipotecato dagli Istituti di Credito

che la fusione non solo non ha prodotto nessun beneficio, ma al contrario ha avuto come unico risultato quello di far diventare le banche il socio di maggioranza dell'azienda con l'attivazione di pesanti ipoteche sul patrimonio come ad esempio l'ipoteca sul Berzieri e il lease-back legato all'Albergo Valentini.

che, per fare cassa, è stata venduta la gestione della lavanderia bertanella, un ramo d'azienda in attivo.





Appreso

che il Sindaco Tedeschi ha deciso insieme alla società la chiusura delle Terme di Tabiano nei mesi invernali e la ragione di questa scelta è stata motivata dalla necessità di contenere la drastica forbice di un bilancio sempre più in perdita.

Constatato

che il piano industriale e la fusione, hanno condotto le aziende termali in una situazione economica di gravissima difficoltà e le ingenti spese per un management che si è rivelato inadeguato a formulare strategie concrete di sviluppo producendo solamente gravi disagi interni all'azienda nella ridefinizione del personale penalizzando le professionalità locali a favore di esterni del tutto estranei alla nostra realtà.

che i Consiglieri Provinciali del P.D.L. ed altri, preannunciarono il fallimento del suddetto piano industriale considerandolo non credibile e votarono contro quando fu presentato nel 2008, prevedendo chiaramente, fin da allora l’attuale disastroso epilogo.

che l'attuale dirigenza delle Terme, non è stata in grado di far fronte al mercato turistico-termale e tale constatazione è confermata dai dati statistici di questi ultimi anni, che vedono una sostanziale tenuta di arrivi e presenze nelle altre stazioni termali e del turismo italiano in generale, mentre si registra un calo vertiginoso su Salso e Tabiano con una flessione di arrivi e presenze di circa il 7%.

che tale situazione ha prodotto un vero e proprio allarme sia di tipo occupazionale per i dipendenti della società che per gli imprenditori locali fornitori di servizi all’azienda, i quali da molti mesi non vengono pagati.

che la chiusura delle Terme di Tabiano non ha fatto altro che peggiorare una situazione già disastrosa per la società e per gli imprenditori turistici locali, mentre invece si sarebbe dovuto attuare una vera strategia di promozione del prodotto termale legata al tema della destagionalizzazione (come capacità di attrarre clientela anche in bassa stagione, che è una delle regole più semplici del turismo) e alla valorizzazione del prodotto stesso sotto il profilo scientifico mediante la sua certificazione.

Considerato

che la classificazione scientifica delle acque termali fa riferimento alla loro validità terapeutica tenendo presente i livelli di efficacia e che ciò è contenuto nella Legge 323/2000 (art.6, comma 2) sul riordino del settore termale la quale prevede che le Regioni ne garantiscano l'applicazione.

che la sopra descritta classificazione valorizzerebbe soprattutto le nostre aziende offrendo loro un indubbio vantaggio competitivo, stante l'effettiva validità terapeutica delle acque di Salso e Tabiano e che questo permetterebbe alle aziende di stare maggiormente al passo con le nuove richieste del mercato termale, dove l'aspetto terapeutico continua ad essere protagonista.

che Provincia di Parma e Regione Emilia Romagna, sono sempre state sorde alle reiterate richieste di classificazione delle acque termali di Salsomaggiore e Tabiano..

che la classificazione delle acque, basata su programmi di ricerca farebbe emergere la superiorità della valenza terapeutica delle nostre acque, rispetto a quelle della Romagna e che evidentemente l'obiettivo è negare alla nostra località quel vantaggio competitivo che oggettivamente dovrebbe avere, per favorire altri che non esprimono la nostra stessa eccellenza di prodotto.




che le terme Salsomaggiore e Tabiano, da sole, corrispondono al 10% del termalismo nazionale e con i loro circa 9000 posti letto rappresentano l'epicentro ricettivo di tutta l'Emilia occidentale e sono dunque un punto d'eccellenza dell'economia del nostro territorio provinciale, in grado di dare sostegno al suo sviluppo.

che il presidente della Provincia Bernazzoli e il Presidente della Regione Errani in qualità di rappresentanti di Enti Soci Proprietari dell’azienda termale sono sempre stati sordi ai nostri appelli di intervento finanziario finalizzato a riprogrammare e riqualificarne l’attività.

che la Regione Emilia Romagna, usando i soldi di “tutti i contribuenti” ha sempre investito moltissimo sul Turismo Romagnolo eludendo sistematicamente il comparto termale di Salsomaggiore e Tabiano. Atteggiamento che la Provincia di Parma ha sempre condiviso con il proprio silenzio.


I sottoscritti Consiglieri Provinciali impegnano il Presidente e la Giunta della Provincia di Parma


ad attivarsi urgentemente, insieme al Comune di Salsomaggiore Terme e la Regione Emilia Romagna a stanziare le somme necessarie a ripianare il debito accumulato dalla Società Termale in questi ultimi anni;

ad azzerare immediatamente l’attuale Consiglio di Amministrazione ed il Management direttivo della società “Terme di Salsomaggiore e Tabiano” attualmente in carica, responsabili principali della grave situazione economica della società stessa;

a riaprire immediatamente le Terme di Tabiano al fine di ripristinare la normale attività delle cure termali e conseguentemente l’operatività dei propri dipendenti, degli albergatori e dei commercianti evitando di aggravare ulteriormente il gravissimo danno economico già arrecato loro con la chiusura dello stabilimento termale;

ad intervenire in modo autorevole presso la Regione Emilia Romagna affinché la stessa regione, in applicazione della Legge 323/2000 (art. 6 comma 2) sul riordino del settore termale, dia corso all’iter attuativo per la certificazione dell’acqua termale di Tabiano riconoscendone la validità terapeutica sotto il profilo scientifico.


I Consiglieri Provinciali di Parma: Simone Orlandini, Gian Luca Armellini, Manfredo Pedroni, Daniele Reverberi, Massimo Nonnis Marzano, Giuseppe Conti.

Nessun commento:

Posta un commento